Papa Giovanni XXIII a Bergamo, mani deformate dal caldo nel trasporto

di Riccardo Nisoli (corriere.it, 25 maggio 2018)

In Curia minimizzano, ma in Vaticano sono preoccupati: lo strato di cera che avvolge le mani di Papa Giovanni XXIII, tornato nella sua Bergamo da santo, in una teca sotto gas, si sono deformate. «La lastra di cera che le copre è più sottile e lavorata – spiega monsignor Giulio Della Vite, segretario generale della Diocesi –, stando al Sole, col riverbero del plexiglass, si è surriscaldata.Giovanni-XXIIIAvevamo messo ghiaccio secco sotto l’urna, ma non avevamo calcolato tutta la gente che si è assiepata lungo il tragitto, e che ci ha costretto ad andare a passo d’uomo da Seriate a Bergamo». La salma mummificata del Papa Buono, che resterà (salvo contrordini, a questo punto) fino al 10 giugno nella sua terra natale, è arrivata da Roma su un furgone, poi a Seriate è stata traslata su un pick-up per mostrarla ai fedeli lungo il tragitto a Bergamo. Le spoglie, ricoperte di cera, riposano in una teca trasparente sotto argon, un gas nobile che evita l’ossidazione, quindi la decomposizione. «Già nel 2000, a Roma, la cera delle mani aveva subito un surriscaldamento», continua monsignor Della Vite. Il programma potrebbe subire cambiamenti? «Assolutamente no – assicura il segretario generale –, il viaggio a Bergamo e a Sotto il Monte prosegue. E quando l’urna tornerà a Roma le mani verranno sistemate». L’imprevisto potrebbe accendere qualche polemica, visto che l’Esercito, di cui San Giovanni XXIII è il patrono, aveva messo a disposizione un Falcon per il trasferimento in volo da Roma a Bergamo. Ma gli organizzatori del viaggio, opponendo problemi di pressurizzazione (inesistenti per i militari, trattandosi di un volo sotto i tremila metri), avevano preferito il trasferimento su gomma.

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