Regimi che odiano la musica

di Siegmund Ginzberg (ilfoglio.it, 12 novembre 2022)

I casali di campagna dove si svolgevano i concerti clandestini venivano circondati dalla polizia. Gli edifici venivano sequestrati. Talvolta dati alle fiamme. I giovani venivano fermati e schedati. I musicisti arrestati. Ci furono processi e condanne. I rave, pardon, i concerti rock, vennero proibiti. Il governo cercò di cancellarne la memoria. Traviavano la gioventù, si disse. Avevano “un effetto sociale negativo”.

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Burt Bacharach e i Beatles

di Mauro Suttora (huffingtonpost.it, 10 febbraio 2023)

Un’incredibile coincidenza lega Burt Bacharach, scomparso nella sua Los Angeles il 9 febbraio a 94 anni, e l’ottantenne Paul McCartney, ovvero i principali compositori di musica del Novecento (con George Gershwin). Esattamente sessant’anni fa, l’11 febbraio 1963, i Beatles registrarono negli studi londinesi di Abbey Road la canzone Baby it’s you di Bacharach, portata al successo dalle Shirelles negli Stati Uniti due anni prima.

Pictorial Press Ltd / Alamy

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Se Fedez vuole davvero sbeffeggiare il potere rilegga la storia della pianista russa Judina

di Mario Leone (ilfoglio.it, 9 febbraio 2023)

Dopo Chiara Ferragni ecco in diretta dalla Costa Concordia ormeggiata a Sanremo il marito Fedez. Ai bordi di una piscina il rapper milanese ha colto l’occasione per srotolare il suo pensiero. La foto di Bignami strappata; la Roccella anche lei additata. Ne ha avuto per tutti. Una pernacchia al Codacons, i soldi dei contribuenti, l’omaggio a Vialli. Un’uscita che ha dato una scossa a una serata che aveva visto come apice i piegamenti di Albano.

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Sanremo, Day 1

di Guia Soncini (linkiesta.it, 8 febbraio 2023)

Sono passati trentun anni da quando Corrado Guzzanti e i suoi compari di Avanzi cantavano «e ora che pure Benigni s’è sposato non ci sta più chi ci bestemmia sul mercato», quindi quando ieri mattina Amadeus ha annunciato che ieri sera ci sarebbe stato Benigni a leggere articoli della Costituzione, Benigni con Mattarella, nientemeno, abbiamo tutti pensato: beh, certo, ormai è venerato maestro, mica più in quota comico.

Ansa

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“Essi vivono” è un classico dell’horror anticapitalista

di Eileen Jones (Jacobin / internazionale.it, 6 gennaio 2023)

Di solito è Halloween il periodo dell’anno in cui ogni socialista che si rispetti riguarda Essi vivono (1988). Questo classico di culto, in cui occhiali da Sole con lenti rivelatrici mostrano la mostruosità dei nostri padroni e la brutale società aliena che hanno creato, procura sempre un piacere nuovo a ogni visione. Sebbene non abbia avuto un grande successo quando uscì, Essi vivono è uno dei film più apprezzati di John Carpenter per la sua straordinaria preveggenza nel descrivere le conseguenze della rivoluzione reaganiana che travolse la società statunitense, in modo disastroso e pervasivo, a partire dagli anni Ottanta.

7e Art / Alive Films / Contrasto

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Grammy 2023: Shervin Hajipour vince con “Baraye”, inno alle proteste in Iran

a cura di Elisabetta Murina (fanpage.it, 6 febbraio 2023)

Tra i vincitori dei Grammy Awards 2023, c’è anche Shervin Hajipour. Il giovane cantante iraniano, 25 anni, ha vinto nell’inedita categoria “Miglior canzone per il cambiamento sociale” con la sua Baraye, inno delle proteste che hanno attraversato l’Iran negli ultimi mesi. Quest’anno, per la prima volta nella storia dei Grammy, è stata premiata una canzone per la sua capacità di essere portatrice di cambiamento sociale.

Getty Images / Melobit

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“Spare”, il dolore dei ricchi fa cassetta

di Antonella Boralevi (huffingtonpost.it, 12 gennaio 2023)

400mila copie vendute in un giorno, 40 milioni di dollari per l’autore. Spare, “Il pezzo di ricambio”, firmato da Harry d’Inghilterra (ma scritto dallo stesso ghostwriter, J.R. Moehringer, che ha creato il best seller Open di Andre Agassi) è un successo epocale di vendite. Alla pari con la saga di Harry Potter. A Londra, ci si picchia per conquistarne una copia. Perché succede?

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Scarcerato dopo sette mesi il regista iraniano Panahi

di Andrea Nobili Tartaglia (agi.it, 3 febbraio 2023)

Jafar Panahi è stato rilasciato su cauzione due giorni dopo aver iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione, durata quasi sette mesi. Il regista iraniano era stato arrestato mesi prima che scoppiassero le attuali proteste contro il regime, ma la sua prigionia è diventata un simbolo della difficile situazione degli artisti che si sono opposti alle autorità.

Ph. Atta Kenare / Afp

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Il procione rapito a Kherson, arma della propaganda russa

di Matteo Castellucci (linkiesta.it, 28 gennaio 2023)

La sua patria non l’ha dimenticato, anche ora che è nelle grinfie dei nemici. I russi l’hanno rapito durante la ritirata da Kherson. Forse come rappresaglia, forse per ottenere un riscatto. Hanno ipotizzato di usarlo come contropartita in uno scambio di prigionieri. È costretto a girare video propagandistici per il Cremlino, che lo schiavizza nelle campagne social, ma la sua frustrazione è evidente. Il ministero della Difesa ucraino ha promesso di vendicarlo.

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