I film del 2023 preferiti da Barack Obama (che sa di essere “di parte”)

di Lorenza Negri (wired.it, 29 dicembre 2023)

L’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, come ogni anno, in occasione della fine del 2023 ha condiviso la lista dei suoi film preferiti, mostrando di prediligere le pellicole più prestigiose e “da Oscar” firmate e interpretate da grandi nomi di registi e attori hollywoodiani. Il politico ha anche corredato le sue dichiarazioni con alcuni commenti sul recente sciopero degli sceneggiatori e degli attori iscritti ai sindacati americani.

Netflix

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Ago ergo sum: la vaga proliferazione degli attivisti

di Maurizio Assalto (linkiesta.it, 27 novembre 2023)

C’è un personaggio che incede con crescente fortuna nei talk-show e in genere nei media: è l’Attivista. Attivista di che? Attivista, e basta. Come se, poniamo, in un dibattito televisivo, di un docente universitario di Storia contemporanea il sottopancia dicesse genericamente “professore”; o di un docente universitario di Economia aziendale, lo stesso: “professore”. Una volta veniva specificato: “attivista per…”, “attivista contro…”, “attivista di…”, che è come dire “professore di Storia contemporanea”, “professore di Economia aziendale”.

Ph. Clem Onojeghuo / Unsplash

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Le principesse della Disney sono in crisi

(ilpost.it, 25 dicembre 2023)

L’ultimo film d’animazione della Disney, intitolato Wish, è uscito in Italia in questi giorni, mentre negli Stati Uniti la distribuzione era partita il 22 novembre. E non è andata bene. Il film in quattro settimane sembra aver esaurito il suo incasso arrivando a 50 milioni di dollari, molto meno delle attese. Per fare un paragone il grande successo Frozen II, uscendo a sua volta il 22 novembre del 2019, al suo quarto weekend aveva incassato 288 milioni di dollari, quasi sei volte tanto.

The Walt Disney Company

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L’esibizione della bontà nel secolo della militanza social

di Guia Soncini (linkiesta.it, 21 dicembre 2023)

A raccontarlo oggi non sembra neanche vero, ma una volta in questo derelitto Paese a scrivere di tv erano i più bravi. Erano gli anni in cui il varietà del sabato sera era una cosa che guardavamo in decine di milioni, era quando la cultura popolare era un segmento condiviso: guardavamo tutti le stesse cose, non i pezzettini di realtà che selezionava l’algoritmo, e quindi ci capivamo quando facevamo conversazione.

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Pallywood irrompe nel conflitto tra Israele e Hamas

(agi.it, 22 dicembre 2023)

In Israele è tornato a farsi sentire un fenomeno chiamato “Pallywood”, l’unione di due parole molto note: Palestina e Hollywood. La provocazione linguistica, usata soprattutto dai sostenitori di Tel Aviv, riguarda lo stravolgimento e la distorsione di tutti quei video e quelle foto che descrivono le atrocità compiute all’interno della Striscia di Gaza. Un’operazione continua che rischia di oscurare la portata degli accadimenti, reali e tragici, che dal 7 ottobre si stanno verificando a causa delle bombe israeliane.

Ph. Mohammed Abed / Afp

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La fallimentare svolta ideologica della Disney

di Riccardo Manzotti (linkiesta.it, 8 dicembre 2023)

Secondo un detto latino, gli Dei fanno impazzire chi vogliono distruggere; una frase che ben si adatta al declino della Disney, determinato in gran parte dalle scelte artistiche della compagnia. Prima di tutto una premessa: la Disney è il più grande colosso mondiale nell’industria dei media; una multinazionale che include società quali la Pixar, la Lucasfilm e la Marvel. Com’è possibile che questo gigante dell’intrattenimento veda un declino a livello globale?

Ph. Thomas Kelley / Unsplash

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L’America conflittuale e ottimista di Norman Lear

di Alessio Marchionna (internazionale.it, 11 dicembre 2023)

La sera del 12 gennaio 1971 milioni di statunitensi che stavano guardando la tv si trovarono davanti un messaggio insolito: «Il programma che segue vuole accendere un riflettore umoristico sulle nostre fragilità, sui nostri pregiudizi e sulle nostre preoccupazioni. Rendendoli fonte di risate, speriamo di mostrare, in modo maturo, quanto siano assurdi». Il messaggio era strano perché a quell’epoca le emittenti non si preoccupavano che i loro contenuti d’intrattenimento potessero infastidire gli spettatori.

Cbs / Getty Images

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Gioco d’Hazzard: John Schneider tra gli invasati anti-Biden

(linkiesta.it, 22 dicembre 2023)

È conosciuto per il ruolo del biondo Bo Duke nella serie tv The Dukes of Hazzard e anche per il suo recente secondo posto nel talent show musicale The Masked Singer. Ma da ieri la sua fama è di nuovo esplosa per aver pubblicato un post su X che recitava così: «Signor Presidente, credo che lei sia colpevole di tradimento e che dovrebbe essere impiccato pubblicamente. Anche tuo figlio. Cordiali saluti, John Schneider».

Warner Bros. Television

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Forse, prima di tutto, il finanziamento degli ospedali non andrebbe delegato agli influencer e ai pandori?

di Davide Piacenza (esquire.com, 18 dicembre 2023)

Maledetto il Paese che ha bisogno di influencer. C’è un’email pubblicata dal Corriere della Sera nel contesto del famigerato scandalo sui pandori “Pink Christmas” a marchio Chiara Ferragni venduti l’anno scorso da Balocco, che andrebbe discussa. È quella in cui un anonimo funzionario dell’azienda dolciaria torinese risponde caustico alle richieste del team dell’influencer, spiegando: «Mi verrebbe da rispondere [al team Ferragni]: In realtà le vendite servono per pagare il vostro cachet esorbitante».

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