Cattivissimo Trump. Storie di chi si arrende e di chi resiste

Ph. Alex Brandon / Ap

di Giulia Belardelli (huffingtonpost.it, 29 marzo 2025)

Non sono passati neanche settanta giorni dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, ma il suo modus operandi – un decisionismo punitivo volto, secondo lui, a raddrizzare l’America – ha già generato faglie in pressoché tutti i settori della vita pubblica del Paese. Un po’ ovunque – dal governo federale a Capitol Hill, dagli atenei agli studi legali – le persone stanno reagendo alle picconate di Trump secondo due direttrici.

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Musk vende X a sé stesso: l’ex Twitter passa a xAI

di Massimo Gaggi (corriere.it, 29 marzo 2025)

Instancabile Musk. Mentre guida il Doge con la scimitarra in mano, licenziando, smantellando pezzi dell’amministrazione federale, sfidando i giudici che cercano di fermare atti che possono configurare abusi di potere, mentre al tempo stesso cerca di tamponare la crisi della sua Tesla e segue le multiformi attività spaziali, civili e militari di SpaceX, l’imprenditore venerdì sera, a mercati chiusi, ha reso noto di aver fuso la sua rete sociale X (ex Twitter) con la start up dell’Intelligenza Artificiale generativa xAI.

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Le due carriere parallele di Maye Musk in Cina e negli Stati Uniti

Ph. Slaven Vlasic / Getty Images

di Zeyi Yang (wired.it, 28 marzo 2025)

Quando a gennaio negli Stati Uniti incombeva la prospettiva di un divieto nazionale di TikTok, centinaia di migliaia di persone hanno iniziato a riversarsi su un altro social network cinese, RedNote. Una volta arrivati sulla piattaforma, hanno scoperto che Maye Musk, la madre di Elon, lì aveva già un pubblico relativamente ampio.

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“Megalopolis” e il sogno infranto dell’impero americano

di Massimiliano Perrotta (huffingtonpost.it, 22 marzo 2025)

Si fa presto a dire impero. Da quando gli americani – sobillati dagli esperti di geopolitica, dai magnati aspiranti gladiatori, dal regista cinematografico Francis Ford Coppola – si sono messi in testa di essere nientemeno che la reincarnazione dell’impero romano, navigano in acque agitate. E noi con loro.

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Trump sta chiudendo anche Radio Free Europe

Reuters

(ilpost.it, 24 marzo 2025)

Sabato il governo della Repubblica Ceca ha proposto che venga creata «una coalizione di Stati europei» per sostituire gli Stati Uniti nel finanziamento di Radio Free Europe / Radio Liberty, una delle emittenti pubbliche statunitensi cui l’amministrazione di Donald Trump ha bloccato i fondi in vista di una chiusura definitiva. Radio Free Europe / Radio Liberty è operativa dagli anni Cinquanta e nel corso della Guerra Fredda fu essenziale per far arrivare l’informazione libera nei Paesi che appartenevano al blocco sovietico.

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Come Trump ha smantellato Voice Of America

Ph. Jonathan Raa / NurPhoto via Getty Images

di Eugenio Cau (ilpost.it, 17 marzo 2025)

Nel corso del fine settimana il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, con un ordine esecutivo firmato venerdì notte, ha bloccato le operazioni delle più importanti emittenti pubbliche americane e costretto al congedo migliaia di giornalisti che lavorano per media storici come Voice Of America, Radio Free Europe / Radio Liberty e Radio Free Asia. Nel giro di poche ore i programmi di informazione radio e tv di queste emittenti, che venivano trasmessi in più di cento Paesi del mondo, sono stati sospesi.

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Il “marketing disperato” di Meghan Markle

As Ever via Instagram

(adnkronos.com, 25 marzo 2025)

È bastato uno scatto con Archie e Lilibet pubblicato sul profilo Instagram di As Ever per scatenare ancora una volta il putiferio contro Meghan Markle. Dopo il traffico enorme che la foto ha attirato, appena un’ora dopo, infatti, la moglie del principe Harry ha rivelato di avere una pagina ShopMy che presenta «una collezione accuratamente selezionata e curata delle cose che amo: spero vi piacciano».

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Il marketing delle opere buone scarica l’Abbé Pierre

Ph. Pascal Brocard / RL

di Cesare Martinetti (huffingtonpost.it, 25 marzo 2025)

Eroe della Resistenza, salvatore di bambini ebrei, ma soprattutto santo patrono dei senza casa nell’orribile e durissima vita delle baraccopoli francesi negli anni Cinquanta e Sessanta. Frate Cappuccino, un’icona, il portatore di un Vangelo semplice e concreto, rappresentato da quel viso scavato, la barba rada, lo sguardo umile che trasmette forza, una resilienza – si dice oggi – incrollabile. Ma per Henri Antoine Grouès, conosciuto nel mondo come l’Abbé Pierre, la favola evangelica è finita.

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L’arresto di Hamdan Ballal, regista premio Oscar di “No Other Land”

Ansa/Afp

di Francesco Spartà (agi.it, 25 marzo 2025)

Susiya è un villaggio rurale palestinese, sulle colline a Sud di Hebron, in Cisgiordania. Lì è nato, 36 anni fa, Hamdan Ballal, e sempre lì – in quel territorio conteso tra Israele e Palestina –, nel tardo pomeriggio di lunedì 24 marzo, il regista palestinese è stato prima aggredito dai coloni israeliani e poi portato via dalla polizia. In quella zona Ballal, insieme ad altri tre registi, ha girato No Other Land, documentario premiato con l’Oscar da appena tre settimane.

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