La fanzine come atto di ribellione radicale

di Emma Besseghini (linkiesta.it, 11 luglio 2024)

Il rapporto tra il mondo digitale e quello della carta stampata nasconde linee di continuità spesso trascurate. Meme, fake news, immagini e porzioni di testo remixate e incollate insieme sembrano novità recenti, ma il processo alla base della produzione di questi contenuti affonda le sue radici in un universo dimenticato, fatto di carta, inchiostro, concerti underground e centri sociali.

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Kash Patel all’Fbi, la nomina più inquietante fatta fin qui da Trump

Ph. Justin Sullivan / Getty Images

di Tess Owen (wired.it, 3 dicembre 2024)

Nella serata di domenica 1° dicembre, il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha pubblicato un post sul suo social, Truth, per chiedere retoricamente se la grazia concessa dall’attuale presidente Joe Biden al figlio Hunter sarebbe stata estesa anche gli «ostaggi del 6 gennaio, che sono ormai in prigione da anni». Nel corso della campagna elettorale per le presidenziali, Trump ha spesso citato i rivoltosi che hanno partecipato all’assalto al Congresso americano del 6 gennaio 2021, identificandoli come «J-6 Hostages» – da January 6 – e giurando di scarcerarli in caso di vittoria.

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Polemiche in Premier League per la fascia arcobaleno

(adnkronos.com, 4 dicembre 2024)

Polemiche in Inghilterra. La Premier League ha promosso, in occasione della 13esima e 14esima giornata, un’iniziativa a favore della comunità Lgbtqi+: i capitani di tutte le squadre del campionato scenderanno in campo con una fascia arcobaleno al braccio. La campagna “Rainbow Laces” vuole promuovere inclusività e accettazione, ma ha incontrato qualche resistenza.

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Perché gli atleti italiani sono “Azzurri”?

Ph. Richard Heathcote / Getty Images

(ilpost.it, 13 febbraio 2018)

Gli atleti italiani impegnati con le squadre nazionali sono spesso chiamati “Azzurri”, le squadre stesse sono “azzurre” e anche le maglie indossate dagli atleti sono di colore azzurro: a guardar bene la bandiera dell’Italia, però, di azzurro non c’è traccia. L’uso del colore azzurro per gli atleti italiani, infatti, è legato a uno dei colori simbolo della famiglia reale Savoia e la sua origine precede anche quella dell’Italia unita.

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Negli Stati Uniti i neonazisti prendono sempre più coraggio

Ph. Ford Fischer / News2Share via Bangor Daily News

di Tess Owen (wired.it, 30 novembre 2024)

Il 16 novembre, undici giorni dopo le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, una dozzina di neonazisti appartenenti a un gruppo chiamato Hate Club 1488 ha marciato senza problemi per le strade di Columbus, in Ohio, portando con sé bandiere con svastiche e scandendo insulti razzisti. Diversi leader a livello statale e nazionale, tra cui il presidente Joe Biden, hanno condannato l’evento, come anche leader locali e attivisti.

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La canzone reggaeton diventata un caso politico in Colombia

Ph. Felipe Orvi

(ilpost.it, 25 novembre 2024)

In Colombia una canzone reggaeton nata dalla collaborazione fra alcuni dei cantanti più famosi del Paese è diventata un caso politico nel quale è intervenuto anche il presidente Gustavo Petro, perché alcune parti del testo sono accusate di sessualizzare le ragazze minorenni. La canzone s’intitola +57, in riferimento al prefisso telefonico del Paese, è ai primi posti in Colombia nelle classifiche su varie piattaforme ed era stata presentata come una sorta di “manifesto” per rappresentare il movimento musicale all’estero.

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Un trend di TikTok sta facendo conoscere al mondo la musica “budots”

(ilpost.it, 1° agosto 2024)

Capita spesso che TikTok faccia diventare famosi senza motivo apparente alcuni secondi di canzoni altrimenti sconosciute: un content creator li utilizza per la prima volta, un altro sente la canzone e decide di usarla anche lui, e di replica in replica la canzone diventa virale, spesso perdendo del tutto il contesto in cui era stata pubblicata la prima volta. È successo nelle ultime settimane con una canzone particolarmente strana: si chiama Emergency.

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I populisti vanno forte su TikTok

TikTok

(ilpost.it, 29 novembre 2024)

La vittoria a sorpresa di Calin Georgescu, candidato nazionalista e filorusso, al primo turno delle presidenziali in Romania, è almeno in parte dovuta alla grande quantità di contenuti pubblicati su TikTok, che hanno attratto e convinto un numero inatteso di elettori. Questo sta avvenendo non soltanto in Romania: in tutta Europa sulla piattaforma cinese vanno forte soprattutto i candidati populisti.

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