
di Veronique Viriglio (agi.it, 3 marzo 2025)
Il ministro della Cultura di Israele, Miki Zohar, denuncia la vittoria agli Oscar del documentario palestinese-israeliano No Other Land [scritto, prodotto, diretto e montato da un collettivo israelo-palestinese composto da Basel Adra, Yuval Abraham, Rachel Szor e Hamdan Ballal nel 2024 – N.d.C.] perché «distorce l’immagine di Israele nel mondo». Il duro j’accuse di Zohar è arrivato con un messaggio su X a poche ore dal trionfo a Los Angeles del film che documenta le demolizioni effettuate da Israele nel villaggio palestinese di Masafer Yatta, in Cisgiordania.
«La vittoria dell’Oscar per il film No Other Land è un momento triste per il mondo del cinema – invece di presentare la complessità della nostra realtà, i registi hanno scelto di dare eco a narrazioni che distorcono l’immagine di Israele nel mondo», ha scritto Zohar su X. «La libertà di espressione è un valore importante, ma trasformare la calunnia di Israele in uno strumento di promozione internazionale non è creatività – è sabotaggio dello Stato di Israele, e dopo il massacro del 7 ottobre e la guerra in corso fa doppiamente male», ha sottolineato il ministro israeliano. Zohar afferma che la vittoria dimostra la necessità di una legislazione «per garantire che le risorse pubbliche siano dirette a opere che parlano al pubblico israeliano, e non a un’industria che fa carriera diffamando il Paese nei festival stranieri».
Zohar ha inoltre sostenuto la necessità di una riforma per spingere i fondi governativi verso film a scopo commerciale piuttosto che verso film artistici e documentari che fanno luce sulla periferia e sulle minoranze israeliane, concedendo quindi maggiori finanziamenti ai film basati sul numero di spettatori e sulle vendite dei biglietti. La sua proposta è vista dai professionisti del cinema come uno sforzo del governo di destra israeliano per mettere a tacere le voci liberali e limitare le opportunità di dare voce a prospettive non tradizionali e non allineate.