di Maurizio Stefanini (ilfoglio.it, 16 maggio 2017)
Putin suona. Mentre a Pechino aspettava di essere ricevuto dal presidente cinese Xi Jinping durante il Belt and Road Forum for International Cooperation, a un certo punto si è alzato, si è diretto verso un pianoforte che stava nella sala, ed ha eseguito due brani russi risalenti alla fine degli anni ’50.Vechernaya pesnya (Canzone della sera) di Vasily Solovyov-Sedoi e Moskowski okno (Finestre di Mosca) di Tikhon Khrennikov: una melodia dedicata a San Pietroburgo e una dedicata a Mosca, in una sorta di par condicio. Poi diventando virale, il relativo video è stato diffuso da Sputinik: agenzia governativa russa che è notoriamente uno strumento di propaganda del Cremlino, e che sembrava avere già pronto un operatore per immortalare il momento. E dopo essersi esibito come cavallerizzo a torso nudo, guidatore di deltaplano in uno stormo di uccelli migratori, nuotatore, subacqueo ed esperto di arti marziali, il presidente russo ha potuto così esibire un’altra delle sue multiformi abilità, anche se in realtà non è stata questa la sua primissima esibizione in pubblico. Nel 2010, a un evento benefico zeppo di vip, aveva infatti già eseguito Blueberry Hill, una canzone americana del 1940 incisa tra l’altro da Fats Domino e Louis Armstrong: prima al piano, poi cantandola. Un’altra esecuzione l’aveva fatta nel 2011 in un teatro. E nel 2014 aveva pure suonato Vechernaya pesnya a un evento all’Istituto di Ingegneria Fisica di Mosca. In realtà, tutte queste performance non evidenziano un suonatore particolarmente bravo: a parte il fatto che il pianoforte di Pechino era chiaramente stonato. Il modo in cui usa tutte le dita della destra e vi accompagna ogni tanto anche la sinistra dimostra però che Putin qualche lezione deve averla presa. Probabilmente da ragazzino, guardando un po’ quello che è il suo repertorio. Insomma, stando alle testimonianze, Putin non sarebbe all’altezza del suo amico Silvio Berlusconi. Che Berlusconi suonasse il pianoforte in crociera assieme a Paolo Villaggio e Fabrizio De André è un aneddoto che poi lo stesso Villaggio ha confessato di essersi inventato, ma a parte le foto sull’abilità pianistica del Cav esistono vari resoconti. Una volta a un ricevimento vi sarebbe stato una sorta di duello pianistico tra lui ed Eugenio Scalfari, e un’altra volta avrebbe accompagnato Andrea Bocelli. Registrazioni o video del Berlusconi suonatore, però, in Rete non se ne trovano, mentre se ne trovano del Berlusconi cantante. Una brava pianista perfettamente documentata su Internet è invece Condoleeza Rice: in un video si esibisce davanti alla regina Elisabetta. Ha imparato dalla madre, a sua volta musicista e appassionata di musica al punto da chiamare la figlia con l’espressione musicale in italiano “Condolcezza”, storpiato però all’anagrafe. E c’è addirittura un documentario sulle capacità musicali di Edward Heath: primo ministro del Regno Unito tra 1970 e 1974, e leader dei conservatori prima di Margaret Thatcher. Figlio di un falegname, era riuscito a farsi ammettere a Cambridge con una borsa di studio da organista, ed era inoltre pianista e direttore d’orchestra. Fece mettere un pianoforte a Downing Street, suonava l’organo in chiesa, diresse varie importanti orchestre e incise anche dei dischi. Nella lista dei politici pianisti è ovviamente fuori quota Ignacy Paderewski: grande pianista e compositore che nel 1919 si mise al servizio della causa dell’indipendenza polacca come primo ministro e ministro degli Esteri. Non abbiamo ovviamente documentazione dell’abilità pianistica del cancelliere tedesco Bismarck e della regina Vittoria, ma di almeno due presidenti degli Stati Uniti sì: Harry Truman e Richard Nixon; quest’ultimo, addirittura, si esibisce in un brano di sua composizione. Nixon suonava anche il violino e la fisarmonica, ma qui la testimonianza rimasta è solo in alcune foto. Ci sono in compenso video che testimoniano la passione di Valéry Giscard d’Estaing per la fisarmonica. Pianista è stata anche Margaret Thatcher, ma la documentazione è solo in qualche foto. E il piano avrebbe studiato anche Emmanuel Macron: per ora, senza lasciare tracce in Rete. Un mistero c’è sulle capacità di organista di Franklin Delano Roosevelt, attestata solo da un paio di testimonianze. Capacità musicali le hanno avute però molti altri inquilini della Casa Bianca. Il più recente Bill Clinton, noto sassofonista. Il primo fra tutti Thomas Jefferson, terzo presidente: suonava violino, violoncello e clavicordo, ed era anche compositore. John Quincy Adams suonava il flauto: come il re Federico II di Prussia, noto virtuoso. John Tyler, Abraham Lincoln e Woodrow Wilson il violino. Chester Arthur un tipico strumento da cowboy come il banjo. Anche Ronald Reagan e prima di lui Calvin Coolidge praticavano un tipico strumento da cowboy come l’armonica a bocca. Ma il più versatile fu Warren Harding, presidente tra 1921 e 1923: organizzatore di bande musicali, diceva di essere capace di suonare tutti gli strumenti “eccetto il trombone a pistoni e la cornetta in mi”. In Italia un noto tastierista è il governatore della Lombardia ed ex ministro dell’Interno Roberto Maroni, leader addirittura di una band. Erano invece noti cultori di chitarra i padri della patria Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi, oltre che in tempi più recenti Bettino Craxi e Umberto Bossi. Mazzini fece anche qualche pionieristica trascrizione etnomusicologica, mentre Bossi fece parte da giovane di un complessino rock. Anche Tony Blair racconta che da giovane fu chitarrista in un complesso, mentre un filmato di Boris Johnson evidenzia come la chitarra non sappia neanche tenerla in mano. Un bravo suonatore di fisarmonica è il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, e alcune sue esibizioni le ha usate anche in campagna elettorale. Il dittatore ugandese Idi Amin Dada suonava invece l’organetto, parente della fisarmonica. Hugo Chávez praticava il cuatro, tipica chitarrina folklorica venezuelana. Il presidente boliviano Evo Morales era invece trombettista in una banda: assieme a quella di calciatore, questa esperienza gli procurò un ruolo di addetto alla cultura nel sindacato dei cocaleros, da cui iniziò la sua carriera politica. Un appassionato violinista era Benito Mussolini, e da giovane si esibiva nella trattoria del padre. Di recente due musicologi hanno scoperto che un violino in suo possesso era appartenuto a Vivaldi. Curiosamente, lo stesso strumento del dittatore lo studiarono da giovani due appassionati garantisti come Marco Pannella e Alfredo Biondi. Poi in passato ci furono anche re compositori, con strumenti dell’epoca: da Enrico VIII a Luigi XIII. Ed era appassionata di mandolino la regina Margherita: in suo onore a fine ’800 si diffusero molte scuole di quello strumento, specie tra gli emigrati italiani per il mondo. Anche di qui nasce lo stereotipo degli italiani mangiatori di spaghetti e suonatori di mandolino.