di Valeria Braghieri (ilgiornale.it, 18 febbraio 2024)
Sono solo canzonette ma li hanno messi comunque alle strette, malgrado quanto si augurava Edoardo Bennato. La vera opposizione ai governi oggi arriva dalle note pop, o comunque da chi le intona. Il caso più eclatante è quello della diva in body e glitter Taylor Swift in America, l’ultimo in ordine di tempo è quello della formosa mora Mariana Lali Espósito in Argentina, quelli più seccanti – perché in casa nostra – l’altissimo rapper Ghali dal palco di Sanremo e l’enigmatico, surreale Dargen D’Amico dallo studio di Domenica in.
Il neopresidente argentino Javier Milei, pittoresco in tutto, è riuscito ad attribuire la sua prima sconfitta politica (a 27 giorni dall’insediamento) alla cantante Espósito. La pop star ha un seguito molto ampio su Instagram, e soprattutto è la materializzazione di tutti i peggiori incubi di Milei: è femminista, pro aborto, progressista e paladina delle diversità sessuali. Lui la detesta ed è perfettamente ricambiato. Tanto che alla vittoria dell’estremista di destra alle urne, l’artista aveva postato sui social un lapidario e supponente commento: «Che tristezza».
Lui, che notoriamente ha un’invidiabile tenuta di nervi, l’ha definita pubblicamente «una parassita» e poi è andato oltre. La replica, che manco a dirlo l’ha fatto ulteriormente imbestialire, non si è fatta attendere ed Espósito ha postato, stavolta su X, la frase «Contro l’odio, le bugie, le fake news» corredata da un bel meme con due dita medie alzate. Milei teme il seguito e l’influenza che l’artista ha nel suo Paese e che rischia ora di catalizzare dissensi dopo aver già incassato, a suo dire, l’affossamento della sua legge Omnibus.
È ormai da tempo che, negli Stati Uniti, tremano per ogni sopracciglio alzato da Taylor Swift (a seconda che a inarcarsi sia il destro o il sinistro). Qui si parla di una trentatreenne che da sola (ha la potenza di fuoco di 278 milioni di follower) è stata in grado d’incidere sull’economia Usa (con l’Eras Tour ha contribuito alla crescita del Pil americano per 5 miliardi di dollari, riporta Forbes) e, soprattutto, in un unico giorno ha convinto 35mila giovani connazionali ad andare a votare. Swift aveva criticato duramente Donald Trump, quando era presidente, per un suo tweet dopo l’uccisione di George Floyd. E aveva poi apertamente appoggiato la candidatura di Joe Biden.
Spostandosi in casa nostra, durante l’ultima serata del Festival di Sanremo, sabato 10 febbraio, il cantante Ghali ha affermato «Stop al genocidio», con chiari riferimenti a quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza; non solo in riferimento al massacro del 7 ottobre 2023, ma da molto prima: «È da quando sono bambino, da quando ho 13-14 anni che ne parlo nelle mie canzoni» ha detto prima che una bufera politica si abbattesse sulla sua presa di posizione, sul conduttore della serata, sui vertici Rai e sull’Italia intera.
Nemmeno il tempo gestire la grana che ventiquattr’ore dopo Dargen D’Amico, ospite di Mara Venier a Domenica in, rispondendo ai giornalisti ha iniziato una riflessione a favore di immigrazione e immigrati prontamente interrotta dalla conduttrice dato il disastro della sera prima e visto che il programma era improntato sulla musica. Qualcuno potrà ancora cantare senza necessariamente cantarle a qualcuno.