di Simona Brandolini («Corriere del Mezzogiorno», 8 settembre 2018)
La nuova vita di Nunzia De Girolamo (ex deputata di Forza Italia ed ex ministro alfaniano) è cominciata il 5 marzo, fuori dal Palazzo e dalla politica tradizionale. Non rieletta a causa di «un incidente», dice lei oggi. Un incidente che ha avuto tutto il sapore e i contorni di una congiura di partito, il suo, Forza Italia.La nuova vita di Nunzia De Girolamo passa per gli studi televisivi di Non è l’arena, il talk di Massimo Giletti che torna il 23 settembre su La7.
Che fa, le Iene vanno al governo (cioè Dino Giarrusso) e gli ex di governo diventano giornalisti?
«Sto facendo le pratiche per il tesserino di pubblicista, grazie alle rubriche che ho sul Tempo e su Libero. Mi piace imparare, osare, mi piacciono le nuove sfide».
Lei nasce avvocato.
«Avvocato e dottore di ricerca. Era la professione che volevo fare da bambina. Poi facendo il legislatore mi sono allontanata dalla visione romantica».
E nel frattempo è rimasta folgorata da Berlusconi?
«Sì, la passione politica mi ha travolta e una volta in Parlamento, anche per evitare spiacevoli incidenti di percorso, ho chiuso anche lo studio».
Le manca, la politica?
«La politica si può fare anche fuori dai Palazzi, ci si può occupare degli altri in diverse forme. E l’ho capito e apprezzato anche negli studi di Giletti, lo scorso inverno».
Un inverno quasi da ospite fisso. Ora il salto.
«Ho avuto anche altre proposte».
E da chi?
«Diciamo da altre realtà concorrenti, ma ho scelto Giletti per l’amicizia che ci lega e poi perché è uno dei migliori professionisti in circolazione. Inoltre in un momento difficile per me, dopo il 5 marzo, dopo l’incidente/pugnalata, mi è stato vicino, dandomi un megafono».
Per chi non ricordasse spieghiamo che l’incidente, cui si riferisce, non è certo automobilistico.
«Meno male, no. La notte precedente alla presentazione delle liste ero a letto con l’influenza, ma capolista a Benevento».
Fu silurata.
«Eh, manine invisibili del partito mi declassarono».
Corse ad Arcore, da Silvio Berlusconi, spuntò un seggio quasi impossibile a Bologna.
«Dove, a una settimana dalle elezioni, il mio compagno di viaggio e di partito Galeazzo Bignami, o qualcuno al posto suo, inviò moltissime email contro di me. Un incubo».
Il motivo di tanta ostilità fu il suo passaggio con Alfano e poi il ritorno all’ovile?
«Ma no, Forza Italia ha candidato capolista in Sicilia Schifani e poi in uninominale Quagliariello, Lupi e poi gente che veniva dal Pd e pure dal Movimento 5 Stelle in posizioni sicure. C’è stato un accanimento particolare nei miei confronti. Ma mi chiedo: perché i partiti tradizionali scendono nei sondaggi dal Pd a Forza Italia soprattutto? Perché invece di fare politica pensano alle faide interne, mentre gli altri macinano e sperimentano nuove forme di comunicazione e rinnovamento. Comunque per me è passato, andiamo avanti».
Ora Non è l’arena.
«Una trasmissione da combattimento, che dà voce alle ingiustizie. Ho cominciato l’anno scorso occupandomi della mafia dei pascoli, della storia di tre sorelle siciliane di Mezzojuso lasciate completamente sole. Mi sono detta: questo è servizio pubblico e politica allo stesso tempo».
Ma cosa farà?
«È un work in progress. Sarò in studio, ma ci saranno tante sorprese».
Lei continua a dirsi berlusconiana. Tra Salvini e Di Maio, andrebbe a cena con Salvini. Ma cosa le piace del nuovo corso legastellato e cosa proprio no?
«Mi piace l’immediatezza del linguaggio, la politica deve essere comprensibile e con loro lo è. Anche io lo sono, quindi lo apprezzo. E poi il radicamento territoriale della Lega. Fondamentale».
Quello che non le piace?
«La considero un’alleanza Ogm, con delle incompatibilità che peseranno nel tempo e continuo a ritenere i 5 Stelle approssimativi, un movimento di persone fondato sull’incompetenza».
Lei ha difeso Fabrizio Corona e criticato Asia Argento. Non le sembra incoerente?
«Non ho difeso Corona, l’ho ascoltato ed ho tentato di comprendere la sua storia in un Paese che ha un problema giustizia grande quanto una casa. Guardi cosa sta accadendo a Salvini proprio in queste ore. Comunque Corona ha pagato per i suoi errori. E continua a farlo. L’Argento punta il dito solo contro gli altri, dimenticando sovente la sua mano».
Ora tocca solo vederla e criticarla, nel caso.
«Affronto sempre con grande entusiasmo ogni sfida che mi si pone davanti, studio, imparo. Sono pronta, anche alle critiche».