(adnkronos.com, 14 novembre 2024)
Elon Musk “über alles”. Incassata la nomina di Donald Trump alla guida del Dipartimento per l’Efficienza Governativa e, poche ore più tardi, il rimbrotto del presidente Mattarella per le sue entrate a gamba tesa contro la magistratura italiana, il ceo di Tesla e di X è senza dubbio l’uomo del momento. Anzi «il cittadino privato più potente d’America», lo ha definito il New York Times, che, non più di alcune settimane fa, denunciava il «gigantesco conflitto d’interesse» dell’imprenditore di origine sudafricana, mai come in questa fase (di transizione) al centro della scena politica statunitense e non solo.
Trump e Musk – che fino a poco tempo fa erano essenzialmente due estranei – vivono in perfetta simbiosi; anche troppo secondo una parte della stampa statunitense, che evidenzia come il patron di X sia «ovunque Trump volga lo sguardo», dai campi da golf alle cene che il tycoon newyorkese organizza nel suo resort di Mar-a-Lago, dal quale, a colpi di post e comunicati stampa, a ritmi serratissimi sta annunciando la sua nuova squadra di governo. Al suo sodale, che lavorerà insieme al patriota di origini indiane e candidato alla presidenza Vivek Ramaswamy, il presidente eletto ha affidato il delicato compito di smantellare la burocrazia governativa, tagliare gli sprechi e gli eccessi regolatori e ristrutturare le agenzie federali.
Il Department Of Government Efficiency (Doge) «diventerà potenzialmente il Progetto Manhattan dei nostri tempi», ha annunciato trionfalmente Trump, riferendosi al programma che portò allo sviluppo della bomba atomica durante la Seconda guerra mondiale. Nonostante il nome, il Dipartimento non sarà un’agenzia governativa. Lo stesso presidente eletto, sottolinea il Guardian, ha spiegato che Musk e Ramaswamy lavoreranno al di fuori del governo per offrire alla Casa Bianca «consigli e indicazioni» e collaboreranno con l’Office of Management and Budget per «guidare una riforma strutturale su larga scala e creare un approccio imprenditoriale al governo mai visto prima».
Sarà uno «shock» contro la burocrazia, ha sostenuto Trump, mentre Musk ha utilizzato il suo social per assicurare che tutte le azioni del Dipartimento saranno on line, in modo da garantire «la massima trasparenza» e, allo stesso tempo, ha promesso ai cittadini americani di voler stilare una classifica «per la spesa più follemente stupida dei vostri soldi delle tasse». Non è chiaro come formalmente opererà il Dipartimento per l’Efficienza Governativa. Potrebbe rientrare nel Federal Advisory Committee Act, che stabilisce come devono operare i gruppi esterni che consigliano il governo. I dipendenti federali, inoltre, sono generalmente tenuti a rivelare i propri beni e i propri legami per scongiurare potenziali conflitti di interesse.
Poiché Musk e Ramaswamy non sarebbero dipendenti federali, non avrebbero tali obblighi ma il nodo del conflitto d’interesse dell’imprenditore sudafricano sono tutti sul tavolo. A partire dall’acronimo del Dipartimento che guiderà – Doge – e che Musk ha promosso senza sosta in Rete. L’acronimo è molto simile alla criptovaluta Dogecoin, lanciata dal ceo di X e Tesla nel 2013 come alternativa al Bitcoin e il cui valore negli ultimi cinque giorni è aumentato del 98%, con un’ulteriore impennata dopo l’ufficializzazione della nomina da parte di Trump. Anche le azioni di Tesla sono aumentate di circa il 30% dalle elezioni.
Ma è al core business di Musk che guardano tutti gli osservatori. Gli esperti suggeriscono che il suo legame profondo con la Casa Bianca, unito ai contributi milionari alla campagna di Trump, faccia parte di una strategia più ampia per assicurarsi influenza sulle agenzie regolatorie che supervisionano le sue aziende. In un articolo del 20 ottobre, il Nyt metteva in guardia dal fatto che «l’uomo più ricco» del mondo avrebbe avuto «il potere di regolamentare gli enti regolatori che hanno influenza sulle sue aziende, il che equivale a un potenziale enorme conflitto di interessi».
Anche secondo il Guardian, che, in polemica con Musk, ha annunciato che non pubblicherà più contenuti su X, ricoprire un incarico – anche se non governativo – potrebbe giovare al valore di mercato delle sue aziende e alle sue attività preferite, come l’Intelligenza Artificiale e le criptovalute. Il giornale britannico spiega come, solo l’anno scorso, le aziende di Musk abbiano ricevuto quasi 3 miliardi di dollari grazie a quasi 100 contratti stipulati con 17 agenzie federali. E non è utopistico immaginare che questi contratti – se i rapporti con Trump dovessero restare ai livelli attuali – potrebbero aumentare.
L’obiettivo di Musk, allora, è eliminare in questa fase ogni ostacolo che possa intralciare i suoi obiettivi visionari; come raggiungere Marte, dove prevede di inviare i primi equipaggi già nel 2028. Nel frattempo si deve occupare di affari terreni, scontrandosi proprio con gli enti regolatori federali che tra qualche tempo potrebbe essere lui a “regolare”. Come rimarca il Business Standard, le sue aziende sono attualmente invischiate in almeno 20 inchieste, che vanno dai timori sulla sicurezza relativi ai veicoli Tesla all’impatto ambientale dei lanci di razzi di SpaceX.