(rainews.it, 4 giugno 2020)
Celebrità, musicisti e politici di Hollywood [sic], parenti, amici e cittadini si sono radunati davanti alla bara di George Floyd nel corso di una commemorazione per l’uomo la cui morte per mano della polizia ha scatenato proteste globali. I leader dei diritti civili hanno ricordato che i neri americani da tempo chiedono di «togliere loro il ginocchio dal collo!». La funzione religiosa – la prima di una serie di momenti commemorativi organizzati in tre città per sei giorni – si è svolta in un santuario presso la North Central University mentre un giudice a pochi isolati di distanza fissava la cauzione a 750mila dollari per ciascuno dei tre poliziotti di Minneapolis licenziati, accusati di complicità in omicidio.
Floyd, un buttafuori disoccupato di 46 anni, è morto il 25 maggio dopo che un ufficiale di polizia bianco, Derek Chauvin, gli ha messo un ginocchio sul collo per quasi 9 minuti mentre giaceva ammanettato sul marciapiede, ansimando e dicendo che non poteva respirare. Chauvin è stato accusato di omicidio e lui e gli altri poliziotti rischiano fino a 40 anni di prigione. Dopo la cerimonia di Minneapolis, il corpo di Floyd sarà portato a Raeford, nella Carolina del Nord, dove è nato, e successivamente a Houston, in Texas, dove è cresciuto e ha vissuto per gran parte della sua vita. La commemorazione funebre di George Floyd è stata trasmessa in diretta da tutte le principali tv americane, dalla Cnn a Fox News. Una testimonianza di quanto la tragedia abbia assunto una dimensione nazionale dopo le proteste che ancor oggi attraversano il Paese. Jacob Frey, il sindaco di Minneapolis, è scoppiato in lacrime inginocchiandosi di fronte alla salma, durante la cerimonia. Prima di lui, aveva reso omaggio a Floyd il reverendo Jesse Jackson.