Marcelo Rebelo de Sousa, il nuovo presidente del Portogallo stella della tv

Il centrodestra vince le presidenziali grazie a un suo ex ministro diventato il conduttore di informazione più apprezzato del Paese

di Andrea Mollica (giornalettismo.com, 25 gennaio 2016)

Marcelo Rebelo de Sousa è il nuovo presidente della Repubblica portoghese. L’ex ministro conservatore era il grande favorito delle elezioni presidenziali grazie alla sua estrema popolarità conquistata in tv. Marcelo Rebelo de Sousa è uno dei volti più noti della televisione portoghese, e in un altro Paese si è osservato quanto i favori mediatici possano incidere sugli equilibri politici.Marcelo-Rebelo-de-SousaIl Portogallo ha un nuovo presidente. Marcelo Rebelo de Sousa è stato eletto al primo turno con il 52% dei voti, una vittoria molto netta, come da aspettative. I socialisti, ora al governo con Antonio Costa grazie alla prima alleanza formata con comunisti e sinistra radicale, avevano praticamente rinunciato a sfidare il candidato dei conservatori, vista la sua estrema forza e trasversalità. Marcelo Rebelo de Sousa è stato un dirigente di spicco dei socialdemocratici portoghesi, che a Lisbona a dispetto del nome rappresentano il centrodestra, ma è diventato molto popolare grazie alla televisione. Il nuovo presidente della Repubblica ha condotto i programmi di informazione più seguiti del Paese, prima nella tv privata, poi nel canale più importante della televisione pubblica, negli ultimi 15 anni. Marcelo Rebelo de Sousa è così diventato una delle figure pubbliche più apprezzate in Portogallo, e ha sfruttato la sua enorme popolarità per conquistare l’incarico di presidente della Repubblica. La Costituzione portoghese assegna rilevanti poteri al capo dello Stato, eletto dai cittadini, che può dissolvere l’Assemblea della Repubblica, il Parlamento unicamerale di Lisbona, ha la facoltà di incaricare il primo ministro, può respingere le leggi così come trasmetterle alla Corte costituzionale. Marcelo Rebelo de Sousa ha condotto una campagna elettorale di conciliazione nazionale, evitando di riacutizzare lo scontro che aveva caratterizzato l’avvio del governo socialista di Antonio Costa. L’uscente Canibaco Silva, anch’egli conservatore, aveva cercato di impedire il primo esecutivo appoggiato in maniera decisiva dalla sinistra radicale. Grazie alla sua popolarità mediatica Rebelo de Sousa poteva però contare su molti elettori socialisti, e ha preferito non perderli scegliendo toni rassicuranti, che hanno reso così scontata la sua vittoria da spingere anche José Mourinho a dichiarare il suo voto per lui. Le presidenziali portoghesi sono l’ennesima prova di quanto nella politica del 21esimo secolo conti la popolarità mediatica. In Italia Silvio Berlusconi e Beppe Grillo hanno sfruttato la loro enorme visibilità televisiva, arrivata in diversi modi, per lanciare percorsi politici di grande successo. Negli Usa l’ascesa di Donald Trump è stata permessa, assai più che dai suoi successi imprenditoriali, dalla grande popolarità conquistata con i suoi programmi tv, così come dai suoi libri. Jimmy Morales è diventato presidente del Guatemala anche grazie al successo dei suoi programmi da comico televisivo, mentre Alexis Tsipras aveva affidato per alcuni mesi a un attore anch’egli comico, Pavlos Haikilis, il ruolo di viceministro per la Sicurezza sociale. Anche Pablo Iglesias ha creato un piccolo culto grazie ai suoi programmi di informazione, una popolarità poi sfruttata per lanciare Podemos. La tv conta molto in politica, visto che al momento rimane l’unico mezzo di informazione capace di raggiungere tutta la popolazione in modo trasversale al ceto, all’età così come all’istruzione.

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