di Tiziana Molinu (esquire.com, 8 ottobre 2023)
Dall’inizio dei tempi le guerre hanno definito confini, territori, religioni, egemonie, ma hanno avuto anche una grande influenza nella moda maschile. Da quegli eventi drammatici in fondo ha origine tutto quel filone estetico che s’ispira all’abbigliamento militare. Anche quello insospettabile, come il trench. Adesso c’è un marchio londinese che è un vero e proprio maestro nell’estrapolare l’arte e la bellezza dalla bellicosa storia umana: Maharishi.
Fondato nel 1994 da Hardy Blechman, Maharishi, che tradotto in sanscrito sta per “grande veggente”, è un brand di urban streetwear che esplora la natura dualistica dell’universo, una natura che si sviluppa tra inequivocabili contrasti come guerra e pace, calma e caos, amore e odio, bene e male, luce e buio. Il marchio cerca di dare forma a questi conflitti universali mescolando le varie influenze grafiche con il camouflage e silhouette orientali e occidentali, e adottando un approccio pacifista al design utilitaristico di stampo militare. A contraddistinguerlo, poi, anche una forte etica che mira a creare abbigliamento sostenibile sotto tutti i punti di vista: sociale, ambientale e civile.
Nella moda, chi si approccia all’estetica militare deve avere come requisito imprescindibile una certa sensibilità creativa. È un attimo, infatti, giungere alla conclusione che un marchio stia promuovendo guerre e conflitti. Ma questa conclusione non potrebbe essere più lontana dalla realtà quando parliamo di Maharishi. Hardy e il suo team mirano espressamente a riappropriarsi di fantasie e design riciclando anche pezzi militari, con il fine ultimo di conferire loro nuova vita e rimuovere del tutto la natura violenta che le persone spesso associano a quei capi.
Non si può poi parlare di Maharishi senza menzionare anche la sua forte influenza orientale. Quest’ultima deriva dagli anni in cui Blechman ha vissuto ed esplorato il continente asiatico, che ha ispirato lui e la sua intera visione artistica. Guardando dall’esterno vediamo un quadro decisamente peculiare: un ragazzo londinese che disegna abiti streetwear che celebrano la natura e ideali pacifisti con un contraddittorio design militare. Il tutto con un’aria distintamente orientale presente dappertutto. Sembra bizzarro, eppure funziona benissimo.
Nonostante non sia un marchio mainstream, Maharishi è ampiamente riconosciuto sia dagli amanti dello streetwear che della moda in generale. La profonda conoscenza dell’azienda di fabbricazioni militari, sagome e archetipi lo ha consacrato come uno degli esperti più longevi del settore nel suo segmento. Adorato da generazioni, è sinonimo di sottocultura anni Novanta, e ha creato uno dei design più influenti del decennio, i pantaloni Snopants.
Tra design ultra-contemporaneo, sostenibilità, pacifismo e amore per la natura c’è un’altra cosa che ci fa impazzire di questo brand: il fatto che, nonostante sia stato indossato da celebs del calibro di Brad Pitt e Travis Scott, resta di nicchia, per pochi intenditori. O meglio per chi lo apprezza veramente, non solo per moda. Stranamente e, oseremo dire, fortunatamente, non è uno di quei marchi super-inflazionati e sembra non avere interesse a diventarlo. Nei suoi quasi trent’anni di storia non ha mai venduto l’anima per la fama, restando fedele ai suoi ideali e valori. Cosa che lo ha premiato. Si è creato uno scudo naturale da chi acquista solo per mero consumismo o apparenza: chi compra Maharishi lo fa non solo per estetica o hype, ma sposa un’intera filosofia di vita.