Maduro lancia un talent per scegliere l’inno della sua campagna

di Clara Valenzani (corriere.it, 9 maggio 2024)

Sembrava che il premio per le stranezze della campagna elettorale l’avesse vinto la Corea del Sud con il veto sui cipollotti, ma anche il Venezuela è stato creativo: il brano vincitore di Factor M, l’X Factor venezuelano, sarà l’inno della propaganda di Nicolás Maduro. Le presidenziali avverranno il 28 luglio, eppure la leader più temuta dell’opposizione, María Corina Machado della Piattaforma Unitaria, era già stata squalificata a gennaio con l’accusa di corruzione.

La sua sostituta non è stata in grado di candidarsi a causa di un guasto («interferenze», le definisce Maduro respingendo le accuse di coinvolgimento) sul sistema on line del Consiglio Elettorale Nazionale. Ora, il suo principale avversario è Edmundo González Urrutia della Tavola Rotonda dell’Unità Democratica. E sta ottenendo sempre più consensi. Per questo, il presidente cerca di coinvolgere e intrattenere la fetta più giovane degli elettori: dopo i podcast e i video su TikTok, è arrivato anche Factor M (in cui, guarda caso, la “M” sta per Maduro).

Iniziato pochi giorni fa, il format è una replica di X Factor e vede 35 aspiranti cantanti sfidarsi al microfono. Alle audizioni aveva partecipato anche Camilla Fabbri, romana, moglie del venezuelano Alex Saab, entrambi accusati di riciclaggio sugli aiuti umanitari. La finale si terrà poco prima del ballottaggio ai seggi, e dietro il tavolo dei giurati siederanno personalità collegate a figure del governo: un merenguero, un cantante reggaeton, l’ex ministro dello Sport, un musicista (Xuxo, che aveva già scritto la canzone per un referendum sull’annessione di una regione contesa con la Guyana), un produttore musicale e il viceministro della Cultura domenicana.

Anche i titoli fanno apparire monotematici i brani in gara: Il presidente è Maduro, Maduro è il futuro, Vamos, Nico. Alla fine di ogni esibizione, il presentatore Winston Vallenilla incoraggia i partecipanti a inviare messaggi di supporto al presidente, che guarda il programma dal proprio ufficio. E il vincitore avrà l’onore di incidere il proprio pezzo e di accompagnarlo durante la campagna elettorale.

Nella sua lunga carriera da capo di Stato, che prosegue ad interim dal 2013, Maduro è stato accusato dall’Onu di crimini contro l’umanità, ha aggravato notevolmente la crisi economica del Paese e ha peggiorato la criminalità: un quadro definibile come dittatoriale, ma almeno si può ancora cantare. Anche se, verrebbe da pensare, con qualche limite.

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