di Enzo Boldi (giornalettismo.com, 1° giugno 2020)
Negli Stati Uniti proseguono le proteste, arrivate fino alla Casa Bianca, dopo l’uccisione di George Floyd. Il mondo si è indignato per quel che è successo la scorsa settimana a Minneapolis, ma c’è anche chi non si è espresso. Tra i tanti a rimanere in silenzio c’è il mondo della Formula 1, oggetto di un’aspra critica da parte del Campione del Mondo in carica. Lewis Hamilton su George Floyd sottolinea come le star del paddock non abbiano proferito parola su quel che è successo, sottolineando come l’intero Circus sia in mano ai “bianchi”.«Vedo quelli di voi che tacciono, alcuni di voi sono le stelle più luminose e ancora state zitti per le ingiustizie. Non un segno da parte della mia industria, che naturalmente è uno sport dominato dai bianchi» scrive Hamilton su Instagram. «Sono uno dei pochi di colore e pertanto sono da solo. Mi sarei aspettato diceste qualcosa, che vedeste perché certe cose succedono ma non siete in grado di sostenerci. Sappiate solo che io so chi siete e vi vedo…». «Io sostengo coloro i quali stanno protestando in modo pacifico. Ma non può esserci pace se i nostri cosiddetti leader non fanno dei cambiamenti, non solo in America ma anche nel Regno Unito, in Spagna, in Italia, dovunque. Il modo in cui vengono trattate le minoranze deve cambiare: non siamo nati con i cuori pieni di razzismo e odio, ci sono stati trasmessi da quelli a cui guardiamo con ammirazione», prosegue il post di Lewis Hamilton su George Floyd.
Parole che hanno risvegliato le coscienze di alcuni piloti che, rispondendo alle sollecitazioni di Lewis Hamilton su George Floyd, hanno superato la cortina del silenzio esprimendo il loro pensiero di condanna per quanto accaduto a Minneapolis. Da Charles Leclerc a Daniel Ricciardo, passando per Lando Norris e Sergio Pérez. L’appello del Campione del Mondo in carica ha, dunque, svelato un nervo scoperto.