(milano.corriere.it, 19/21 settembre 2023)
Lo street artist aleXsandro Palombo è tornato a “colpire” a Milano con una serie di murales allo stadio Meazza, ma anche in altri punti della città, per denunciare la violazione di diritti umani in Arabia Saudita, dove a tenere banco è però lo sport grazie all’arrivo di diversi calciatori europei sensibili ai petroldollari. Welcome to Saudi Arabia, il provocatorio slogan di Palombo.
Così l’erede al trono bin Salman, il nuovo ct della Nazionale Roberto Mancini, Cristiano Ronaldo, Benzema e Neymar sono apparsi con in mano un pallone insanguinato sui muri della storica biglietteria Sud del San Siro. Una “mostra” inaugurata proprio nel giorno della partita di Champions League tra Milan e Newcastle, la società inglese che nell’ottobre del 2021 è stata acquistata dal Public Investment Fund (Pif), il fondo sovrano dell’Arabia Saudita controllato dal principe Mohammed bin Salman che ha acquisito anche il 70% dei quattro grandi club della Saudi Pro League: Al Nassr, Al Ittihad, Al Ahli e Al Hilale.
«Investire nel calcio con i petroldollari è divenuta la strategia con cui il regno di Mohammed bin Salman cerca di ripulirsi l’immagine e nascondere i suoi crimini attraverso l’acquisizione di importanti società calcistiche e l’organizzazione di eventi sportivi internazionali» riflette Palombo. «Ingaggiare star del calcio a cifre stellari come Ronaldo, Benzema, Neymar o nominare Mancini ct della Nazionale saudita significa comprare la loro reputazione e la considerazione del loro pubblico per distogliere l’attenzione dal problema e riposizionare la loro immagine nel mondo, tutto questo tende a tradire quei valori che rappresentano da sempre lo sport come strumento educativo e sociale, di tutela e promozione dei diritti».
Un processo di sportwashing che l’artista contrasta rievocando la repressione della libertà di espressione e parola, misoginia e oppressione della libertà delle donne, processi sommari, torture, pena di morte, omicidi politici, crimini di guerra, massacri di migranti, stupri e fosse comuni, persecuzioni di minoranze religiose, discriminazione sessuale e diritti Lgbtq negati. Quindi la stoccata a Roberto Mancini, che si è dimesso improvvisamente da ct della Nazionale italiana passando pochi giorni dopo sulla panchina della Nazionale araba.
«La prima partita della Nazionale dell’Arabia Saudita guidata da Mancini si è giocata in Inghilterra allo Stadio St James’ Park di Newcastle ed è stata accolta da un clima ostile con un nutrito gruppo di tifosi che si sono dati appuntamento fuori dallo stadio per protestare contro la nuova proprietà saudita del Newcastle United e condannare le costanti violazione dei diritti umani nel regno del principe Bin Salman che starebbe usando il club inglese, la città e il loro territorio come un gigantesco cartellone pubblicitario». I murales sono stati rimossi giovedì 21 settembre.