di Gabriele Fazio (agi.it, 7 aprile 2020)
Era fine febbraio quando il mondo si indignava con Fendi per l’idea di mettere in commercio una mascherina griffata al costo di 190 euro. La prima idea è stata di chiederci chi mai avrebbe speso quasi 200 euro per una mascherina. Fatto sta che in pochissimi giorni, ai primi sospetti che l’emergenza potesse riguardare anche luoghi fuori dalla Cina, sono andate esaurite.
Il problema, intanto, è aumentato di proporzioni, incisività e gravità. Ancora non sappiamo quanto durerà la nostra quarantena e nemmeno cosa ci aspetta una volta che avremo il permesso di uscire. Uno sguardo alla Cina che in questo momento, piano piano e con la giusta cautela, sta tornado alla realtà, ci suggerisce che la mascherina per un lungo periodo di tempo potrebbe rappresentare di fatto un accessorio assolutamente indispensabile, come scarpe, borse e giacche. Si potrebbe ipotizzare la nascita di un business che potrebbe rivelarsi di enormi dimensioni. Immaginate se l’uomo non indossasse mai le scarpe e improvvisamente non ne potesse più fare a meno per uscire, perlomeno per un periodo di tempo che, si presume, sarà medio-breve; certo, potremmo infilare i piedi in un sacchetto della spesa ma la verità è che potendosi permettere qualcosa di più sofisticato sceglieremmo questa opzione.
Ecco, la prospettiva del mercato delle mascherine potrebbe essere questa. Sara Radin, giornalista di moda newyorkese in auto-quarantena per sospetti sintomi da Covid-19, ha pubblicato sul suo profilo Instagram già la prima mascherina abbinata al vestito; «La maschera è il nuovo “accessorio indispensabile”» – scrive – Devi averlo». In realtà stiamo parlando di un mercato già esploso, come scrive The Guardian: «La domanda ha persino permesso ad alcune etichette di moda di riaprire le loro fabbriche». «Le nostre maschere» afferma Marie Lodi, scrittrice di moda e conduttrice di Fishnet Flix, un podcast sul design dei costumi «sono davvero appariscenti, ideali da indossare con una cravatta color rosa acceso e fiamme di Guy Fieri», e prosegue: «Perché ci siamo detti che anche se viviamo in una situazione di pandemia e dobbiamo indossare delle maschere, allora potremmo anche divertirci un po’».
Matrushka propone maschere di cotone con disegni di alieni e gatti ricavate da tessuti di moda, ovviamente; prezzo: 10 dollari. «Se avere una fantastica maschera non medica con gatti, unicorni o squali su di essa rende le cose meno spaventose sono felice» dice Laura Howe, proprietaria e designer del marchio. «Non mi piace l’idea che tutti noi sembriamo uguali: tristi, spaventati, dietro lo stesso tipo di maschera». Il rivenditore di abbigliamento sportivo maschile Ball and Buck vende una maschera per il viso con stampa mimetica. Maison Modulare ha esaurito la sua maschera di pizzo francese, prezzo: 60 dollari. Los Angeles Apparel, il successore di American Apparel, offre FACEMASK3, una confezione da tre maschere in tessuto French Terry, disponibile in nove colori.
Come sappiamo, grandi marchi come Christian Siriano, Zara, H&M e Prada stanno convertendo il loro lavoro per produrre mascherine esclusivamente per il personale medico. Ma conclusa la “reclusione” in casa, quando la necessità sarà armare di mascherina il mondo intero, anche loro probabilmente non potranno fare a meno di tornare alla loro normale attività e proporre la loro linea di mascherine. Gianluca Russo, di Teen Vogue, la vede più nera: «Mentre la pandemia continua a diffondersi, prevedo che alcuni marchi di fascia alta potrebbero addebitare prezzi più alti per le maschere e capitalizzare sul fatto che le persone hanno paura». «Manteniamo i ricordi attraverso l’abbigliamento che indossiamo» aggiunge la scrittrice di moda Gabriela Herstik, «Il trauma collettivo di Covid si radicherà in noi e penso che molti di noi continueranno a indossare le mascherine quando tutto sarà finito, come una coperta di sicurezza».