(ilpost.it, 19 agosto 2023)
Nei momenti più intensi dei concerti dal vivo, può capitare che i musicisti o i cantanti si tolgano la camicia o la maglietta rimanendo a petto nudo. È un gesto che in Spagna hanno cominciato a fare anche alcune cantanti, sia per rivendicare i diritti delle donne sia per superare gli stereotipi legati al corpo femminile nudo e invocare la lotta per l’uguaglianza tra i generi. L’ultima cantante spagnola ad aver mostrato il seno in pubblico durante un concerto è stata Eva Amaral, che è anche la più famosa.
Col suo gesto Eva Amaral voleva esaltare la «dignità della nudità» femminile, ma anche mostrare solidarietà nei confronti di altre artiste che erano state criticate o censurate per aver fatto la stessa cosa o per aver sostenuto posizioni femministe. In particolare, Amaral si è riferita a quando, due mesi, fa il concerto di un’altra cantante spagnola che aveva fatto la stessa cosa era stato interrotto dalla polizia, una decisione poi molto contestata.
Eva Amaral ha 51 anni e assieme a Juan Aguirre fa parte degli Amaral, un gruppo pop-rock che in Spagna è molto conosciuto e apprezzato. Sabato scorso, verso la fine del concerto per festeggiare i 25 anni della band al festival Sonorama, vicino a Burgos, la Amaral ha dedicato un breve discorso a «Rocío, Rigoberta, Zahara, Miren, Bebe, a tutte noi». «Nessuno ci può togliere la dignità della nostra nudità, la dignità della nostra fragilità, della nostra forza», ha detto la cantante, che poi ha abbassato la parte superiore del vestito che indossava per mostrare il seno, tra gli applausi del pubblico. Parafrasando il testo della canzone Revolución, che stava per iniziare a cantare, Amaral ha poi aggiunto: «Perché siamo troppe. E non potranno calpestare la vita che vogliamo condurre. Dove non c’è paura di dire ciò che si pensa». In questo modo il concerto per festeggiare i 25 anni di attività degli Amaral si è trasformato anche in un gesto di rivendicazione delle libertà delle donne, ha scritto El País.
Nel suo discorso Amaral ha citato Rocío Saiz, che, a fine giugno, era stata costretta a interrompere il suo concerto durante il Pride di Murcia perché aveva mostrato il seno mentre cantava Como yo te amo, come fa da diversi anni ogni volta che si esibisce dal vivo, per superare gli stereotipi sulla nudità femminile. La polizia si era poi scusata per quanto successo e aveva aperto un’indagine interna sull’ispettore che aveva preso la decisione. Amaral ha poi nominato Rigoberta Bandini, che a sua volta, di tanto in tanto, durante i concerti si scopre il seno. Nella canzone Ay Mamá, che è diventata una specie di inno femminista, Bandini dice «non so perché le nostre tette fanno così paura, senza di loro non ci sarebbero né l’umanità né la bellezza», e invita a «fermare la città, tirando fuori una tetta in pieno stile Delacroix» (il riferimento è al celebre dipinto La Libertà che guida il popolo, del pittore francese Eugène Delacroix).
Tra le altre Amaral ha fatto riferimento anche alla cantante Bebe, che nel 2011 fu presa in giro per aver mostrato un seno durante un concerto a Logroño, e a Zahara, che nel 2021 era finita al centro di polemiche per via della copertina del suo disco Puta, in cui è vestita come la Madonna, tiene un bambino in braccio e indossa una fascia con scritto appunto “Puta”, “Puttana”. A detta di Zahara, questa immagine era «una denuncia» contro l’idea che le donne debbano essere perfette, contro le pressioni di dover essere madri e «per tutte le volte che qualcuno ci ha chiamate puttane».
La polizia locale di Murcia aveva minacciato di denunciare Rocío Saiz per disturbo della quiete pubblica, esibizionismo e oltraggio alle autorità per il fatto che si fosse scoperta il seno durante il concerto; sempre Saiz era stata criticata dal Partito Popolare, di destra, che aveva definito la sua abitudine «offensiva e vergognosa». Aveva ricevuto critiche simili anche Bandini, mentre il manifesto promozionale di Puta a Toledo era stato censurato perché alcuni gruppi cattolici lo avevano ritenuto un’offesa nei confronti della morale cristiana.
Il gesto di Amaral è stato apprezzato da diverse politiche di orientamento femminista, tra cui la ministra per l’Uguaglianza Irene Montero e la vice prima ministra Yolanda Díaz, che in un post su Twitter l’ha lodata per «essere un punto di riferimento per le donne del Paese da più di 20 anni». Sara Simón, consigliera per l’Uguaglianza nell’amministrazione della comunità di Castiglia – La Mancia lo ha definito un «gesto rivendicativo necessario» per ribadire che le donne sono «stufe di essere trattate in maniera diversa rispetto agli uomini». Amaral stessa lo ha definito «uno dei momenti più belli della storia della band».
Nella Spagna degli anni Settanta e Ottanta, durante la transizione dalla dittatura alla democrazia, mostrare il seno in pubblico era un gesto di ribellione e di liberazione sessuale. Negli ultimi decenni ha perso quella accezione, ma ha continuato a essere usato come strumento di protesta contro le disparità e le violenze di genere dalle attiviste di alcuni gruppi femministi, come il collettivo internazionale Femen. Adesso il gesto di Amaral dimostra che il corpo femminile continua a essere «un terreno di scontro» nella lotta per la parità dei generi, ha detto al Guardian la scrittrice e giornalista femminista Nuria Varela, che ha contribuito all’istituzione del ministero dell’Uguaglianza spagnolo. Varela ha spiegato che negli ultimi anni le rivendicazioni dei diritti delle donne in Spagna si sono fatte sempre più chiare, ma la sensazione è che ultimamente si stiano facendo alcuni passi indietro. Secondo Varela, le donne spagnole «sono stufe» di doversi riguadagnare i loro diritti «ogni dieci minuti». «Nonostante così tante battaglie, sembra che i nostri corpi non appartengano ancora a noi», ha detto.
Il fatto che sia stata una cantante apprezzata e in vista come Amaral a mostrare il seno in pubblico, comprensibilmente, non è piaciuto a tutti. Alcune persone lo hanno definito un gesto «ridicolo» o «superato», mentre altre hanno dubitato del fatto che potesse essere in qualche modo utile per la rivendicazione dei diritti delle donne. In un articolo di opinione pubblicato sempre sul País, la scrittrice femminista Carmen Domingo ha scritto che «mostrare le tette non è femminismo». A detta di Domingo, in una società «ipersessualizzata come quella in cui viviamo oggi scoprirsi il seno non ha niente di rivendicativo, ma anzi rafforza lo stereotipo della donna come oggetto». Secondo la scrittrice, quello che è «veramente rivoluzionario» è continuare a sostenere le istanze femministe attraverso politiche concrete.