di Gianmichele Laino (giornalettismo.com, 21 giugno 2021)
In un momento estremamente complesso per tutto ciò che riguarda le donazioni di sangue (il periodo del lockdown e delle restrizioni in generale hanno avuto un impatto significativo su questo gesto di solidarietà), l’Avis deve pure perdere tempo per rispondere a Enrico Montesano su una bufala – che per mezzo di un video girato dallo stesso attore – aveva trovato una cassa di risonanza ancora più ampia di quanto già non avesse avuto grazie ai soliti gruppi di fake news sui social network. Eppure, la precisazione era doverosa, perché – soprattutto nella giornata di ieri – la bufala del sangue donato dai vaccinati buttato via perché coagulatosi si era diffusa in maniera esponenziale.
Molto, ovviamente, ha contribuito il video di Montesano di cui vi avevamo già parlato. Non c’è – vale la pena sottolinearlo ancora una volta – alcun rischio per le donazioni di sangue, tanto più per quelle effettuate da donatori vaccinati contro il Covid-19. A dare un’indicazione ancora più precisa in merito ci ha pensato il presidente dell’Avis nazionale Gianpietro Briola, che ha affermato in una nota ufficiale: «Donare il sangue dopo aver ricevuto il vaccino contro il Covid non comporta alcun rischio, né per il donatore stesso né per i pazienti a cui trasfonderlo. Affermare il contrario, come ha fatto il signor Enrico Montesano nel suo video, è un gesto altamente pericoloso per gli equilibri del nostro sistema sanitario, ma in particolare lesivo nei confronti di Avis e di tutti i donatori che, quotidianamente, compiono questo gesto di solidarietà, a garanzia del diritto di cura di ogni malato».
Un fatto pericoloso, dunque. E chissà quali provvedimenti verranno presi in proposito se il presidente di un’associazione in prima linea nel campo sanitario si esprime con questi toni così duri e decisi. La cosa che non è andata giù all’Avis è stata la citazione fatta dallo stesso Montesano nel corso della sua diretta Facebook. «Innanzitutto – prosegue Briola –, prima di citare Avis, che da sempre, e soprattutto in epoca di pandemia, è attenta e certa della qualità del sangue e degli emocomponenti che vengono raccolti e dell’impegno dei propri volontari, è necessario che Montesano dica dove si siano verificati questi presunti episodi di cui parla con tanta pericolosa leggerezza e chiarisca meglio le circostanze». Il resto della nota è una vera e propria sequenza di interrogativi da parte di Avis, che si chiede su quali basi, a quale titolo, in virtù di quali evidenze scientifiche Enrico Montesano abbia fatto quelle affermazioni. Una serie di domande alle quali, purtroppo, potrebbe non esserci mai risposta.