La vita di Giovanni Paolo II a fumetti

di Alessandro Di Nocera (napoli.repubblica.it, 30 novembre 2019)

Un uomo capace di conquistare l’immaginario collettivo. Un Papa che seppe interpretare al meglio le istanze del Concilio Vaticano II, comprendendo che il messaggio evangelico doveva passare attraverso l’impiego inedito dei mezzi di comunicazione di massa, uniche forze in grado di penetrare la Cortina di Ferro che gravava sull’Europa dell’Est e di abbattere i muri fisici e ideologici elevati dalle grandi potenze.

Glénat
Glénat

Non a caso la vita di Karol Wojtyla, passato alla Storia col nome pastorale di Giovanni Paolo II, divenne fin da subito oggetto di varie interpretazioni a fumetti, una delle quali prodotta perfino dalla Marvel Comics, major famosa per i suoi personaggi supereroistici. Adesso è il colosso francese Glénat a lanciare nelle librerie transalpine l’album Jean Paul II, «N’ayez pas peur!» (56 pagine a colori, cartonato, 14 euro e 95 cent), inedita biografia a fumetti del pontefice polacco. Lo fa all’interno di Un Pape dans l’Histoire, collana composta da nove volumi che in forma di bande dessinée (così viene chiamato il fumetto nei Paesi francofoni) si propone di ripercorrere i più importanti avvenimenti storici dell’Occidente attraverso le vicissitudini romanzate dei grandi capi della Chiesa. Un’iniziativa nata in collaborazione con Les Éditions du Cerf, importante casa editrice francese gestita dall’Ordine Domenicano e specializzata in pubblicazioni d’argomento religioso improntate al rigore scientifico. Ciascun volume propone, infatti, pagine d’appendice ricche di documenti e riferimenti bibliografici.

A realizzare graficamente Jean Paul II, «N’ayez pas peur!» (titolo che rimanda alle parole “Non abbiate paura, spalancate le porte a Cristo!”, con le quali Giovanni Paolo II, il 22 aprile 1978, inaugurò il suo pontificato) è stato chiamato un trio tutto campano formato da Fabrizio Fiorentino, disegnatore di Torre del Greco che ormai lavora in pianta stabile con l’industria francese del fumetto; da Luigi Zagaria, che ha contribuito alla definizione degli ambienti, e dalla colorista Josie De Rosa. Tre artisti che ruotano intorno alla sede napoletana della Scuola Internazionale di Comics. «In un primo momento Hervé Langlois, l’editor della Glénat che mi ha contattato, mi ha proposto una docu-fiction sulla vita di Pio VII, un Papa “napoleonico”», ci ha spiegato Fiorentino. «Probabilmente era rimasto colpito dal mio esordio francese, avvenuto proprio con la biografia a fumetti di Napoleone. Le cose sono cambiate grazie alla specifica richiesta del vulcanico Olivier Dobremel, noto col nome d’arte di Dobbs, uno sceneggiatore che è stato spesso ospite della Scuola Internazionale di Comics e con cui avevo collaborato nella realizzazione dell’adattamento a fumetti de L’isola del Dottor Moreau di H.G. Wells. È così che ho incominciato a disegnare una delle vite pastorali più intense di sempre. La figura di Giovanni Paolo II ha fatto parte della mia adolescenza e oltre, ma è stato solo grazie al lavoro di documentazione svolto che ho potuto approfondire gli aspetti di una vita della quale credevo di conoscere già tutto. Ho così scoperto un personaggio dinamico, coraggioso, determinato e determinante».

Fiorentino si è soffermato sui suoi collaboratori: «Dopo la riuscita de L’Empereur de Paris, adattamento in forma di graphic novel, sempre edito da Glénat, di un film poliziesco a sfondo storico interpretato da Vincent Cassel, mi sono avvalso dello stesso team creativo. Luigi Zagaria, che adesso è al lavoro sulla serie horror Samuel Stern della Bugs Comics, è un giovane talento grafico. Per i colori, invece, ho insistito affinché fossero affidati a Josie De Rosa». L’apporto cromatico è fondamentale in un’industria che continua a considerare tra i suoi caratteri distintivi i fumetti storici e d’impianto realistico. E Josie De Rosa è una delle artiste italiane emergenti nel campo: «Volevo creare una visione che si adattasse al segno di Fabrizio, alla spettacolarità della sua narrazione. La stesura del colore è quindi delicata, con tagli di luce non troppo delineati. Ho cercato di fare in modo che risultasse morbida e, nelle campiture più aperte, quasi acquerellata. Il mio intento era di donare a ogni pagina delle atmosfere naturali, in modo tale da non distaccarmi da una resa quanto più realistica possibile».

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