di Mario Macchitella (tpi.it, 23 marzo 2020)
Vi faccio un piccolo esempio di cosa voglia dire usare alcuni strumenti di manipolazione della mente umana per fregare la gente e aumentare il proprio potere e consenso, naturalmente senza farsi venire alcun dubbio di natura etica, neanche di fronte al periodo drammatico che tutti stiamo vivendo. Poniamo che ci sia un’epidemia di un virus dilagante, per il quale non abbiamo ancora né anticorpi né vaccini (poniamo…).E che la gente, spaventata, stanca e arrabbiata, tra una sirena e l’altra che passa sotto casa, magari con un genitore intubato che non può nemmeno accarezzare dietro un vetro o allungargli un Novella 2000 da mettere sul comodino, abbia fiducia solo nei medici e negli infermieri che stanno lavorando giorno e notte per salvare quante più vite possibile.
E allora, io, politico che ho studiato da Putin per corrispondenza, che faccio? Mi metto a disposizione di chi ha bisogno? Cerco di elaborare idee per sostenere famiglie, imprenditori, partite Iva, studenti, cassiere? Oppure semplicemente taccio e appoggio in silenzio il lavoro di scienziati e amministratori in prima linea? Ma nemmeno per sogno! No, io politico riunisco prontamente il mio (bravissimo, ma che pelo sullo stomaco…) staff di comunicazione perché ho la smania di andare in tv tutte le volte che posso con una sola ossessione: i voti, i sondaggi. Ma come mi vesto? C’è la pandemia e non ho niente da mettermi! E allora insieme guardiamo tutta la nostra collezione di accessori, dalla felpa della Polizia al ragù Star ormai andato a male, dal mojito del Papeete al citofono di Bologna, dal Rosario made in Pietrelcina alla bambola gonfiabile che avevo paragonato alla Boldrini, fino al cappellino “Prima la Lombardia” che adesso proprio no, non va bene, che “Prima la Lombardia” con il Coronavirus ha assunto tutto un altro significato.
Poi, all’improvviso, mi sfornano l’ideona: mi metto una mascherina calata come se avessi appena finito di lavorare in corsia, un maglioncino che evoca il colore del camice ospedaliero, le cuffiette a mo’ di stetoscopio e, sullo sfondo, non un normale ufficio, ma quella che potrebbe essere la stanza dei medici in qualunque ospedale, con tanto di lavagna metallica piena di appunti della caposala. Risultato? Apparentemente non faccio nulla di illecito, in realtà mi sto appropriando del trasferimento di emozioni non coscienti che la gente sposta dai medici a me, apparendo impegnato in prima linea contro il male pur senza sapere in realtà la differenza tra un polmone e un fegato. Il tutto senza fare una mazza e quasi senza lasciare traccia. Da Barbie Guardia Forestale a Barbie Affondabarconi, da Barbie Cuore Immacolato di Maria a Barbie Burioni Biocontenimento è un attimo. Una semplice spruzzatina di neuromarketing, quanto basta. Solo che qui è la bambola a giocare con noi, non noi con la bambola. Questo – come ha fatto notare alcuni giorni fa Luca Bottura su Repubblica – è Salvini, ma le vittime del delitto perfetto siete voi. Provate a pensarci, ché non è ancora troppo tardi per aprire gli occhi.