La prima volta della Georgia agli Europei è una questione (anche) politica

Ph. Levan Verdzeuli / Getty Images

di Alessandro Frau (agi.it, 7 giugno 2024)

Khvicha Kvaratskhelia sa che dovrà caricarsi sulle spalle tutte le speranze della Georgia a Euro 2024. La Nazionale, guidata dal francese Willy Sagnol, partecipa per la prima volta a un grande torneo internazionale e la stella del Napoli, reduce da una stagione difficilissima con la casacca azzurra, avrà addosso tutti i riflettori e le attenzioni di tifosi e addetti ai lavori. Anche per le sue posizioni politiche.

L’ex repubblica socialista sovietica, divisa da questioni interne e dalle proteste di piazza derivanti dall’approvazione di quella che è stata ribattezzata “legge russa” sugli agenti stranieri, ha sfruttato l’allargamento del numero di squadre partecipanti al torneo e ora, contro molti pronostici, vorrebbe evitare il ruolo di “Cenerentola”. È facile comprendere, con queste premesse, come il calcio d’inizio della partita con la Turchia, il 18 giugno, sia atteso con grande trepidazione in tutto il Paese, da Tbilisi a Batumi. Soprattutto da chi, negli ultimi mesi, è sceso in piazza per protestare contro il governo e vede nel calcio l’esempio più lampante dell’appartenenza all’Europa e dell’allontanamento dall’influenza Russia.

Kvaratskhelia è di gran lunga il nome più importante e noto di una squadra che attualmente ricopre il 75° posto delle classifiche mondiali (ultima tra le partecipanti a Euro 2024). Una squadra che si appresta ad affrontare, oltre alla già citata Turchia, anche Portogallo e Repubblica Ceca, in uno dei gironi (F) più complicati da decifrare ma anche più aperti a ogni tipo di ribaltone. La Georgia, che conta meno di 4 milioni di abitanti, indipendente dal 1991, è reduce dai grandi festeggiamenti per la vittoria ai playoff contro la Grecia dello scorso marzo. Una vittoria sofferta, al fotofinish, arrivata ai calci di rigore (4-2) dopo una lunga battaglia che ha cancellato la disfatta del 2020 contro la Macedonia del Nord. Altri playoff, allora persi.

Un riscatto anche per lo stesso Sagnol, ex terzino della Nazionale francese e profondo conoscitore di queste grandi manifestazioni internazionali: «È il risultato più significativo della mia carriera da allenatore, finora. Tre anni fa, quando ho accettato di venire qui, in tanti mi hanno chiesto: ma perché ci vai? Ora posso dire che il tanto lavoro ha pagato. Sono felice come allenatore e come persona. Questa qualificazione agli Europei non riguarda solo il calcio, è anche un modo per il Paese di dire: ehi, la Georgia esiste».

Calcio e politica sono i due temi che oggi più interessano l’opinione pubblica in Georgia. E anche se sembra chiaro che i georgiani non vogliano che la politica si intrometta nel calcio, la partecipazione a Euro 2024 richiamerà sicuramente maggiore attenzione sulla candidatura del Paese all’Unione Europea. Allo stesso tempo saranno tanti gli esponenti di Sogno Georgiano, il partito al potere e autore della “legge russa”, che proveranno a mischiare le carte puntando sull’orgoglio nazionalista. «Negli ultimi 30 anni abbiamo provato 14 volte a qualificarci per la Coppa del Mondo e per gli Europei, ma non siamo riusciti a realizzare il nostro sogno nemmeno una volta. Ma noi, tifosi fedeli, non abbiamo mai lasciato la nostra squadra», ha detto il primo ministro Irakli Kobakhidze in un patriottico discorso ricordato da Reuters nelle scorse settimane.

Ma la partecipazione al torneo sportivo in Germania rappresenta, una volta di più, il desiderio di gran parte dei georgiani di far parte dell’Europa. E sono tanti i giocatori che si sono schierati in questa lotta politica aderendo alle proteste di piazza. «È difficile per me vedere come [gli agenti – N.d.R.] si comportano nei confronti dei miei connazionali, soprattutto donne e bambini», ha scritto su Instagram il 2 maggio il centrocampista del Watford e della Nazionale Giorgi Chakvetadze commentando gli scontri tra manifestanti e polizia e l’uso di idranti e lacrimogeni contro la folla.

«Niente vale più del nostro popolo, nessuna legge è più importante di loro. Tolta questa legge vivremo e festeggeremo di nuovo insieme come abbiamo fatto il 26 marzo. No alla Russia e avanti a tutta forza verso l’Europa». Messaggi simili sono stati pubblicati da altri giocatori, spesso in concerto, tra cui il capitano Kankava, il portiere Mamardashvili e lo stesso Kvara. L’invito ai politici, in quei post, era semplicemente quello di seguire la strada verso la pace e l’Europa. La stessa strada che ha portato i “crociati” a giocarsi il loro primo torneo internazionale.

Spread the love