La prima volta che Godzilla distrusse Tokyo

Toho Studios

(ilpost.it, 27 ottobre 2024)

Il 27 ottobre del 1954, settant’anni fa, un film di cui si parlava da mesi fu proiettato per la prima volta in un cinema di Nagoya, in Giappone. Raccontava di un mostro marino preistorico dalla postura eretta, risvegliato da una forte esplosione nucleare nel Pacifico: era ricoperto di squame, era alto più di cinquanta metri e poteva lanciare raggi distruttivi dalla bocca. Si chiamava Gojira, ma in Occidente è conosciuto da sempre come Godzilla.

Il film presentò al grande pubblico una delle creature di fantasia più riuscite e memorabili della storia del cinema, talmente radicata nell’immaginario collettivo da avere una sua stella nella Walk of Fame di Hollywood. Insieme a King Kong, Godzilla è infatti il mostro cinematografico per eccellenza, il primo al quale si pensa quando ci si immagina una creatura dai tratti antropomorfi che butta giù un grattacielo. Il “re dei Mostri” (come viene spesso chiamato dai fan) è anche il personaggio che ha esportato in tutto il mondo una diffusissima fascinazione per il kaijū, un filone della fantascienza che racconta storie in cui l’umanità viene minacciata dal risveglio improvviso di creature enormi e dalla forza incontrollabile (i kaijū, per l’appunto).

Dal primo omonimo film del 1954, Godzilla è apparso in più di trenta altri film, quasi tutti prodotti dalla società giapponese Toho, e in diversi remake americani, tra cui il più famoso è probabilmente quello diretto da Roland Emmerich nel 1998. Il nome giapponese, Gojira, è un misto tra le parole “gorira” (gorilla) e “kujira” (balena), e doveva dare per l’appunto l’idea di un mostro terrestre forte come un gorilla, che però vivesse anche in acqua e fosse grande come una balena.

Il primo Godzilla fu diretto dal giapponese Ishirō Honda, che per scrivere la storia si lasciò ispirare in parte dall’attualità. Nella prima metà degli anni Cinquanta, infatti, gli Stati Uniti stavano testando nel Pacifico le prime bombe all’idrogeno, un nuovo tipo di tecnologia ancora più potente delle precedenti bombe a fissione. Era un’epoca in cui stava diventando sempre più chiaro che quello tra Stati Uniti e Unione Sovietica sarebbe stato un confronto armato tra superpotenze dotate di armi nucleari di potenza inimmaginabile.

Anche per questo motivo, è opinione condivisa tra i critici che Godzilla rappresenti una metafora della paura per il nucleare, in quegli anni particolarmente diffusa nella società giapponese: meno di dieci anni prima, Hiroshima e Nagasaki erano state bombardate proprio con armi atomiche. Questa lettura viene esplicitata fin dalle prime scene del film, in cui Godzilla viene svegliato da un’esplosione nucleare. Una bomba all’idrogeno è anche l’espediente cui il paleontologo Kyohei Yamane e lo scienziato Serizawa, due dei protagonisti del primo film, decidono di ricorrere per provare a ucciderlo.

Pur essendo considerato il capostipite del genere, in realtà Godzilla non fu un’idea particolarmente originale: per realizzarlo Honda prese spunto (per non dire che copiò in gran parte) da un film uscito l’anno prima, Il risveglio del dinosauro, diretto dal regista francese Eugène Lourié e liberamente ispirato a un racconto dello scrittore statunitense Ray Bradbury, La sirena da nebbia (1951). Il film di Lourié raccontava in sostanza la stessa storia: quella di un misterioso dinosauro, il Rhedosaurus, che si risveglia da un sonno millenario dopo l’esplosione di una bomba nucleare.

Ci sono anche critici che hanno dato al film un’interpretazione diversa e meno scontata. Per esempio secondo Hidetoshi Chiba, professore di Cinema all’Università digitale di Tokyo ed esperto di cinematografia kaijū, l’idea di Honda era rappresentare un timore che per i giapponesi è molto più antico della paura dell’energia nucleare: quello della furia senza controllo della natura. Il Giappone si trova infatti alla confluenza di tre placche tettoniche, in uno dei punti del pianeta con la maggiore attività sismica e vulcanica.

Chiba sostiene che Godzilla sia una metafora di tutto questo: «Non è un essere umano e nemmeno una creatura con emozioni riconoscibili, come invece è King Kong. C’è una scintilla di divino in lui, la parola “God” [Dio], di Godzilla, se vogliamo. È indifferente alle creature umane che abitano questo pianeta, che per lui sono come formiche».

Costruire la sospensione dell’incredulità (quel meccanismo che porta gli spettatori a credere che ciò che vedono al cinema sia vero) non fu semplice: le tecnologie a disposizione non erano neppure lontanamente paragonabili a quelle attuali, e il cinema era ancora un qualcosa di eminentemente artigianale. Il mostro che si vedeva sullo schermo non era altro che un attore (Haruo Nakajima) che indossava un costume pesantissimo: alcune fonti sostengono che pesasse quasi cento chili, e per realizzarlo fu utilizzato del calcestruzzo preconfezionato dato che la gomma non era facilmente reperibile all’epoca.

Nonostante tutto, il film fu un successo anche per via del coinvolgimento del direttore della fotografia Eiji Tsuburaya, che adottò soluzioni originali e molto creative: per i campi lunghi furono utilizzati due Godzilla in miniatura, mossi come burattini o con la tecnica dello stop-motion, mentre Tokyo fu ricreata con alcuni modellini. Tutte le scene in cui appare Godzilla furono filmate a una velocità di ripresa maggiore rispetto a quella convenzionale, per dare risalto alla potenza del mostro e alla dinamicità dei suoi movimenti.

Il secondo film di Godzilla uscì l’anno successivo e fu diretto da un altro regista, Motoyoshi Oda. Per non rendere la storia troppo ripetitiva, Oda decise di apportare dei cambiamenti: a combattere contro Godzilla non erano infatti esseri umani, ma un altro kaijū, che camminava a quattro zampe ed era simile a uno Stegosauro. Da lì in poi, Toho decise che, per espandere la popolarità del franchise e generare interesse intorno a nuovi personaggi, Godzilla avrebbe dovuto combattere contro kaijū diversi in ogni nuovo film.

Uno degli scontri più celebri di Godzilla è quello con un altro mostro del cinema per eccellenza, King Kong: i due si scontrarono per la prima volta nel film giapponese del 1962 Il trionfo di King Kong. Da lì in poi lo avrebbero fatto diverse altre volte all’interno del cosiddetto Monsterverse, un universo narrativo in cui Godzilla e altri personaggi resi celebri dalla Toho interagiscono tra loro.

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