La prima meme coin presidenziale è solo l’ultima delle truffe di Trump

di Joel Khalili (wired.it, 25 gennaio 2025)

Nella tarda serata di venerdì 17 gennaio, a tre giorni dal suo ritorno alla Casa bianca, Donald Trump ha compiuto un atto di crypto-alchimia. Sono bastati pochi colpi di tastiera. «Il mio NUOVO Meme ufficiale di Trump è QUI!» ha scritto il presidente entrante degli Stati Uniti in un post sul suo social, Truth. «È il momento di celebrare tutto ciò che rappresentiamo: VINCERE!».

Il post ha segnato il lancio di Official Trump, o $Trump, la sua personale meme coin, come vengono chiamate quelle criptovalute nate con un intento scherzoso che di solito non hanno alcuno scopo al di fuori della speculazione finanziaria, e il cui valore tende a oscillare enormemente in base alla popolarità tra il pubblico. Nonostante molte persone abbiano ipotizzato che l’annuncio fosse frutto di una violazione dell’account Truth di Trump, il prezzo della meme coin ha iniziato a salire quasi immediatamente. Il giorno successivo, le “monete” in circolazione, pari al 20% dell’offerta totale, erano valutate 14 miliardi di dollari.
Domenica 19 gennaio è poi arrivato il turno della meme coin della First Lady, Melania Trump, $Melania, che in poco tempo ha raggiunto una valutazione di quasi un miliardo di dollari. A fronte delle ingenti quantità di Trump-coin in possesso di entità a lui affiliate, il presidente americano si è improvvisamente ritrovato associato a un asset con un valore teorico di oltre 50 miliardi di dollari. Secondo i calcoli di Axios, il 19 gennaio la meme coin rappresentava quasi il 90% del patrimonio netto di Trump.
Alcuni sostenitori delle criptovalute hanno celebrato l’incursione della famiglia Trump nel mondo delle meme coin, lodando la capacità del nuovo presidente di tramutare la sua fama in ricchezza basata su asset crypto. Ma altri hanno sottolineato le spinose questioni etiche della mossa: se Trump si arricchisce, qualcun altro dovrà pagare. «Quello delle meme coin è assolutamente un gioco uno contro uno» ha spiegato Azeem Khan, cofondatore della blockchain Morph e socio della società di venture capital Foresight Ventures, in un’intervista a Wired US alla fine dello scorso anno. «Perché qualcuno vinca, qualcuno deve perdere».
In questo caso, a farne le spese sono gli stessi supporter di Trump. «È palesemente immorale» sostiene Christopher Bendiksen, ricercatore della società di gestione di criptovalute CoinShares, «sapendo che un gruppo di [tuoi sostenitori] perderà dei soldi e che quei soldi finiscono nelle tue tasche. Soprattutto quando sei il presidente degli Stati Uniti». L’ufficio stampa del comitato elettorale di Trump non ha risposto a una richiesta di commento di Wired.
Il restante 80% dei $Trump non ancora in circolazione appartiene a due organizzazioni affiliate al presidente americano: Cic Digital Llc – che in passato ha già venduto sneaker, Nft e altri prodotti con il brand Trump – e Fight Fight Fight Llc, creata all’inizio di gennaio. Secondo il sito delle meme coin, queste organizzazioni riceveranno le monete in modo graduale nell’arco di tre anni, generando entrate «derivanti da attività di trading», un eufemismo per dire che saranno vendute.
In teoria, l’aumento del numero di monete in circolazione e le grosse vendite esercitano una pressione al ribasso sul prezzo delle meme coin, aumentando l’offerta senza alcuna variazione della domanda. Mentre le organizzazioni di Trump si arricchiscono con la vendita dei token, gli altri investitori – che, almeno in alcuni casi, si presume siano irriducibili sostenitori di Trump – possono quindi vedere un calo nel valore dei loro asset.
In questo senso, sostiene Jacob Silverman, coautore del libro Easy Money: Cryptocurrency, Casino Capitalism, and the Golden Age of Fraud, la meme coin di Trump sembra avere le caratteristiche di un classico “pump and dump”, una manovra in cui chi emette una criptovaluta ne mantiene grandi quantità, promuove il progetto e poi passa all’incasso, svalutando l’asset e causando enormi perdite agli altri investitori (anche se gli esperti affermano che le operazioni di “pump and dump” si collocano in una sorta di zona grigia dal punto di vista legale, sono ampiamente condannate in quanto eticamente dubbie).
La decisione di Melania Trump di lanciare la propria meme coin sembra aver già assestato un colpo agli investitori di $Trump, che ha visto calare il suo prezzo del 50%. Anche la lunga serie di meme coin non ufficiali ispirate al presidente – tra cui Maga, Maga Hat, Doland Tremp e Super Trump – hanno perso valore. Durante tutto il ciclo elettorale del 2024, i meme coin politici sono stati utilizzati come strumento per scommettere sull’esito del voto e per esprimere il sostegno a un particolare candidato, salendo e scendendo a seconda dell’andamento della campagna. Ma il lancio di $Trump ha inavvertitamente penalizzato chi aveva acquistato monete non ufficiali come segno del proprio sostegno a Trump.
«Non credo che questa sia una cosa appropriata per il presidente degli Stati Uniti» afferma Steven Steele, direttore marketing della meme coin Maga in un video postato su X. «Mi sembra solo un evidente tentativo di spillare soldi». Un aspetto forse ancora più pericoloso rispetto alle perdite finanziarie è rappresentato dal fatto che la meme coin di Trump potrebbe anche fungere da nuovo veicolo di corruzione, sostiene Silverman. Investendo ingenti somme in una criptovaluta in cui Trump ha un grosso interesse finanziario, e facendone così salire il suo prezzo, attori politicamente motivati potrebbero ottenere il favore del presidente senza alcun tipo di transazione diretta. «Si tratta di canali d’influenza che non abbiamo mai visto prima», sottolinea.
La meme coin ufficiale di Trump segna l’ultimo sviluppo nel continuo flirt con le criptovalute del neopresidente. Il quale, dopo aver bollato il bitcoin come una «truffa» nel suo primo mandato, ha cambiato completamente rotta in vista delle presidenziali del 2024. Mentre le figure di spicco del settore delle criptovalute hanno appoggiato la sua presidenza versando centinaia di milioni di dollari ai comitati per la raccolta di fondi elettorali pro-crypto, Trump ha iniziato a presentarsi come “il presidente delle criptovalute”.
A luglio, parlando a migliaia di bitcoiner durante una conferenza a Nashville, nel Tennessee, Trump ha promesso di trasformare gli Stati Uniti nella «Capitale mondiale delle criptovalute» e di creare una «riserva nazionale di bitcoin». A settembre, la sua famiglia ha poi contribuito al lancio di una nuova società di criptovalute, World Liberty Financial, accolta con scetticismo da alcuni membri del settore, che temevano che il progetto potesse causare perdite tra gli investitori e danni duraturi alla reputazione delle criptovalute. La stessa logica si applica alla nuova meme coin: «Se dovesse esplodere in faccia a molte persone, sarebbe estremamente negativo perché l’attenzione mediatica sarebbe negativa», afferma Bendiksen.
Trump, nel frattempo, ha già iniziato a mantenere le promesse fatte al mondo delle criptovalute. E impedirgli di esplorare i confini di ciò che è accettabile nel settore sarà difficile, dice Silverman. «Per certi versi, è solo l’ennesimo imprenditore nel campo delle criptovalute», osserva. «Solo che si dà il caso sia il presidente».

Spread the love