Dalle conferenze negli atenei agli incontri all’Onu, per Jolie Hollywood è sempre più lontana. La sua metamorfosi a diva incorporea, mentre il mondo del cinema si schiera con Brad Pitt
di Matteo Persivale («Corriere della Sera», 17 marzo 2017)
Il titolo della conferenza di Angelina Jolie alla London School of Economics, l’altro giorno, era Donne, pace, sicurezza: un tema nobilissimo al quale Jolie porta — al netto delle ironie di qualcuno — il peso di più di dieci anni passati a viaggiare per il mondo come inviata speciale dell’Onu.Dello stupro usato come arma di guerra, del destino dei bambini strappati ai loro villaggi nelle guerre africane, Jolie ha già parlato davanti a un pubblico altrettanto prestigioso (e difficile) di quello dell’ateneo londinese: la Camera dei Lord. E al netto della carriera di attrice (di enorme successo), regista (un po’ meno), testimonial pubblicitaria (nello spot del profumo Guerlain, appena uscito, è diretta da un maestro come Terrence Malick), è nel ruolo di attivista per le donne vittime di violenze nelle zone di guerra che Jolie, 41 anni, come ripete sempre, si sente più a suo agio. Eppure è innegabile che se c’è un argomento del quale sarebbe stato interessante sentirla parlare con franchezza davanti a un pubblico di economisti è la sua straordinaria capacità di cambiare il proprio «marchio», quello che nel marketing si chiama rebranding. Operazione che lei ha effettuato in maniera ammirevole: nel 2000 lei era la giovane attrice «maledetta» che alla cerimonia degli Oscar baciava il fratello — a lei somigliantissimo e dal capello a spazzola platinato — sulla bocca con un trasporto che lasciò perplessi gli spettatori, che dichiarava la dedizione a pratiche sadomasochiste con l’allora marito Billy Bob Thornton, tra le quali i giochi pericolosi con affilati coltellacci giapponesi per bere il sangue del partner. Come si passa da bad girl ad ambasciatrice Onu e conferenziera della London School of Economics (ateneo dove, peraltro, studiò Mick Jagger)? Un passaggio importante è quello di un film del 2003 che allora le valse recensioni poco confortanti e anche un premio «Razzie» (pernacchia) come «Peggior attrice dell’anno»: Beyond Borders – Amore senza confini, nel quale abbandona il marito per andare a portare aiuti in Africa. Jolie ha — più o meno — abbandonato la comunità di Hollywood che — non è una coincidenza — dopo il divorzio da Brad Pitt per nulla amichevole, con lunghi strascichi legali e denunce per presunti maltrattamenti ai figli — ha riaccolto lui con un affetto così evidente da certificare una chiara scelta di parte. Se la comunità di Angelina Jolie non è più quella del cinema — scelta inconsueta per una delle più grandi star di questi anni, giovanissima vincitrice dell’Oscar e con una faccia difficile da dimenticare — il suo posto, proprio come nel film della moglie benestante che scappa con un medico di guerra, è altrove. Jolie è una delle donne più fotografate del mondo che però — come dolorosamente hanno imparato i paparazzi — si veste sempre nello stesso modo, giorno dopo giorno, per far sembrare tutte uguali le sue foto e abbatterne il valore commerciale. Recita sempre meno, sceglie la regia di film difficili, e quando torna alla pubblicità — come ha appena fatto per Guerlain — lo fa con un regista cinematografico al di sopra di ogni sospetto e dona in beneficenza la sostanziosissima parcella per la sua apparizione speciale. Proprio la sua riluttanza a rilasciare interviste, a giocare al gioco di Hollywood, la noncuranza con la quale accoglie l’attenzione spasmodica dei social media — accusata di essere anoressica, di essere tornata con l’ex marito Billy Bob, e di molto altro — senza mai preoccuparsi di smentire nulla, la rendono un’anti celebrity. Che ha capito come evitare il normale tappeto rosso delle cerimonie del cinema e della moda sia un’arma in ogni caso vincente: il suo red carpet ora è la Camera dei Lord, è il Palazzo di Vetro dell’Onu, è la London School of Economics. Usando le armi di Hollywood e del business globale della celebrità per i propri fini. L’ultimo passaggio della metamorfosi dell’attrice più misteriosa — e incorporea, ormai è solo l’idea di Angelina Jolie ad apparire davanti al pubblico globale — del mondo.