La mamma di Giogiò: “La politica dovrebbe chiedermi di scendere in campo”

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(adnkronos.com, 5 ottobre 2024)

«Dove sono i politici che ti propongono di scendere in campo?” si chiede Daniela Di Maggio, madre del musicista Giovanbattista Cutolo, ucciso a Napoli un anno fa, parlando con l’Adnkronos in merito alle voci circolate nei mesi scorsi su una sua possibile candidatura alle Europee. Sottolineando che non si tratta di una richiesta, ma di una semplice riflessione, Di Maggio precisa.

«Un eventuale invito dovrebbe arrivare ora, dopo un anno di impegno civico e di battaglie che hanno portato, ad esempio, a cambiare una legge sui minori, non quando ero sopraffatta dal dolore per la morte di Giogiò. Aspetto di vedere quale partito avrà il coraggio di dirmi: “Daniela Di Maggio, ambasciatrice della legalità e impegnata da un anno per il bene della città, la vogliamo con noi”. Le persone me lo chiedono ma io, comunque, ogni giorno continuo con il mio impegno: giro l’Italia per portare il seme della legalità».

Poi, parlando del successo di Geolier e delle dichiarazioni del rapper sulla legalità: «Il giornalismo dimentica le vere cause del cambiamento. Le rivoluzioni non avvengono per caso e Geolier è cambiato anche grazie a Giovanbattista Cutolo». Intervenendo ieri a un evento promosso dall’Associazione Nazionale Magistrati di Torre Annunziata davanti a 1.500 studenti a Pompei, Geolier infatti ha affermato: «È meglio un libro che una pistola, perché è la cultura che annienta la criminalità”. Parole riportate da numerosi organi di stampa, che hanno suscitato lo stupore e il piacere della signora Di Maggio, perché «se oggi Geolier parla di libri e non più di pistole è anche grazie alla rivoluzione Giogiò».

«Un certo tipo di giornalismo» prosegue «rischia di indottrinare la massa, presentando Geolier come colui che è cambiato e diventato “bello, bravo, buono e gentile” autonomamente. Ma la verità è che Geolier è cambiato anche grazie alla promessa che mi ha fatto davanti alla bara di mio figlio il 6 settembre dell’anno scorso, di non inneggiare più alla pistola, l’arma che ha tolto la vita a Giogiò. Va detto, perché mio figlio si è immolato per tutti quanti. Questa per me è una battaglia civile. Sto girando l’Italia per cambiare questa società e molte iniziative positive stanno nascendo grazie a mio figlio. Questa è la vera rivoluzione» afferma Daniela, che ricorda anche i diversi premi e riconoscimenti dedicati alla memoria di Giovanbattista e al suo impegno per la crescita sociale, culturale e civile del Paese.

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