La mail del principe Harry a Jack Dorsey il giorno prima dell’assalto a Capitol Hill

di Ilaria Roncone (giornalettismo.com, 10 novembre 2021)

Non solo Facebook sotto accusa per i fatti di Capitol Hill. Secondo il principe Harry, anche Twitter sarebbe stato avvisato il giorno prima dell’assalto che qualcosa stava bollendo in pentola e che ci sarebbero state serie conseguenze. Secondo il membro della famiglia reale inglese, Jack Dorsey sarebbe stato avvertito il giorno prima delle possibili conseguenze di quel moto di rabbia montato on line dopo i risultati delle elezioni presidenziali americane tramite una sua email. A riportare la notizia è la Bbc, che cita il principe Harry durante il forum tecnico RE:WIRED: «L’avevo avvertito che la sua piattaforma stava permettendo di organizzare un colpo di Stato».

Un avvertimento dato via mail in data 5 gennaio, a quanto pare: «Quella mail l’ho inviata il giorno prima. Poi è successo ed è da allora che non ho avuto più sue notizie». Il focus del discorso nel quale si sono collocate queste affermazioni è un dibattito sull’ormai noto tema dell’odio e della disinformazione diffusi sui social senza che le aziende facciano nulla di concreto per arginarli. In particolare, il Duca di Sussex ha condiviso la sua personale esperienza e quella della moglie Meghan Markle, tra odio on line e stampa, per alimentare la riflessione sul fatto che le big tech non stiano facendo abbastanza per frenare la diffusione della disinformazione. Secondo il principe Harry, Internet è stato «definito da odio, divisione e bugie», un qualcosa che «non può essere giusto».

La partecipazione all’incontro del principe Harry è avvenuta un paio di settimane dopo che una società di analisi ha rivelato come ben il 70% dell’odio nei confronti della coppia reale su Twitter è frutto dell’opera di 55 account (modalità da campagna di odio on line targetizzata). Nel mentre, le indagini sul Capitol Riot hanno coinvolto 670 persone accusate di avervi partecipato. La convocazione dei collaboratori stretti di Donald Trump a testimoniare, compreso l’ex addetto stampa, mira a comprendere se Trump fosse o meno a conoscenza dell’attacco.

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