La Festa della Repubblica dei 5 Stelle

di Domenico Di Sanzo (huffingtonpost.it, 2 giugno 2018)

“Assistente numero 2!” urla un uomo della sicurezza predisponendo l’imponente cordone di protezione intorno a Piazza della Bocca della Verità. Mentre le rockstar del Movimento Cinque Stelle arrivano alla spicciolata, il servizio d’ordine controlla ogni passo dei giornalisti. “Favorisca il tesserino”, “In piazza non potete entrare”, “Vengono prima gli attivisti, aspettate”, queste le frasi dei gendarmi civili che presidiano il teatro della festa del M5S di governo.grillo-campanellaGli attivisti implorano selfie ai parlamentari e agli acclamatissimi neoministri: “Ho chiesto una foto a Fraccaro” dice un militante avvolto nella bandiera No-Tav. Barbara Lezzi si concede al bagno di folla e un attivista le schiocca un bacio sulla guancia. Il senatore Nicola Morra all’HuffPost dice: “Questo non è solo il momento della festa, ma quello della consapevolezza, oggi abbiamo appena cominciato, questo è un punto di partenza”. E conclude, contraendo il voto: “Ce la faremo, a partire dal reddito di cittadinanza”. Poi, sistemati i giornalisti in una “gabbia” di fronte al palco, comincia il party dell’orgoglio stellato. Sfilano sul palco i beniamini di una piazza stracolma. Carla Ruocco, Paola Taverna, il siciliano Giancarlo Cancelleri e i ministri: Giulia Grillo, Alfonso Bonafede, Riccardo Fraccaro, Lezzi. Ci sono i “tecnici” Alberto Bonisoli ed Elisabetta Trenta. Della squadra di governo è assente solo Danilo Toninelli. Naturalmente, a guidare la pattuglia c’è Luigi Di Maio. Che spiega: “Finalmente possiamo esercitare il potere per conto dei cittadini, non saremo autocertificatori di noi stessi, sarete voi a giudicarci”. Il capo politico porta sul palco l’imprenditore sfrattato Sergio Bramini, e annuncia: “Sarà un esperto al servizio del Ministero del Lavoro, lavorerà con me”. Di Maio pronuncia una frase forse destinata a far discutere: “Basta attaccare lo Stato, ora lo Stato siamo noi. Oggi è nata la Terza Repubblica”. Il neoministro del Lavoro definisce il premier Conte “un cittadino che è entrato nelle istituzioni”. Spiegando come la sua figura sia l’emblema del sogno del Movimento che si realizza. Nella calca di Piazza Santi Apostoli si sentono male tre persone, con i sanitari costretti ad intervenire mentre si susseguono le dichiarazioni dei “portavoce”. Davide Casaleggio, anima aziendale del M5S, legge il suo discorso: “Tutte le volte che ci han detto siete destinati a sparire li abbiamo ignorati, che inseguite utopie noi abbiamo pensato che non c’è altro da inseguire. La verità è che abbiamo iniziato per combattere una ingiustizia e difendere una persona che il sistema mediatico aveva deciso di allontanare, allora ciò che sembrava impossibile è diventato possibile”. Poi il ricordo del padre: “Oggi una stella in cielo brilla più delle altre”. E poi ancora il lancio di Rousseau Open Academy: “La sfida – spiega – è creare anche questa volta qualcosa che non è mai stato fatto e per molti impossibile: costruire una comunità internazionale che, attraverso strumenti di intelligenza collettiva e di democrazia diretta, sia in grado di definire e condividere il concetto di cittadinanza digitale e consentire così a tutti i cittadini di esercitare a pieno i propri diritti. E con RousseauOpenAcademy.com ci apriamo al mondo creando uno spazio per tutti coloro che vogliano mettersi a disposizione degli altri per creare questa conoscenza, ma anche per tutti quelli che, invece, vogliano offrirsi per diffonderla. La rete è stata la nostra opportunità”. A prendersi il palco è Beppe Grillo con la sua campanella. I concetti sono futuristici: “Il mondo sta cambiando tanto velocemente, c’è un mondo che sta agonizzando”. Durante l’intervento del comico, la platea diventa una selva di smartphone alzati al cielo. In un grande concerto politico postmoderno. Dove la rockstar è Grillo: “Io tutto questo non me lo aspettavo – si è esibito il garante –, in realtà scherzavo”. Poi prosegue, come fosse una data del suo tour: “Ora chi prendo per il culo? Mi toccherà fare satira sui miei”. E lo show è così tanto coinvolgente che persino Davide Casaleggio, nel backstage, fuoriesce dal gazebo dove si è tenuto al riparo da occhi indiscreti per quasi tutta la serata. Ma non ride alle battute del comico, a differenza di uno scatenato Bonafede, e continua a compulsare il telefonino. Grillo evita la politica e parla di “auto elettriche” e “blockchain”, di “città innovative costruite in Mongolia” e, per l’ennesima volta, prevede la scomparsa del lavoro. E “Se, quando scompariranno i vecchi lavori, in quel momento non avessimo un piano B?”. Grillo scherza su Angela Merkel, anche se non la cita direttamente: “Ti aspettiamo a Ischia”. Ma il pubblico non ride più come all’inizio, qualche telefonino si abbassa, i più stanchi arrotolano il tricolore. I neoeletti, spaesati, si mischiano alla folla. Le star stellate salutano i fan e Grillo si concede l’ultima battuta: “La prossima volta mi candido come Presidente della Repubblica”. Cala il sipario, ora si governa.

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