J.D. Vance dallo stile Silicon Valley al trumpismo

Ph. Carolyn Kaster / Ap

(adnkronos.com, 18 luglio 2024)

Quando nel 2016 ha cominciato a frequentare gli show televisivi per promuovere il suo libro Hillbilly Elegy, J.D. Vance, allora giovane venture capitalist cresciuto all’ombra del miliardario del tech Peter Thiel, aveva lo stile informale della Silicon Valley. Camicia senza cravatta, giacca spesso di velluto, a volte i jeans.

In un’occasione, la Allen & Company Sun Valley conference, ritrovo annuale di potenti membri dell’élite del business, si presentò in dolcevita e giacca a vento leggera, ricorda oggi Politico, che dedica un lungo articolo a come la conversione al trumpismo del candidato alla vicepresidenza degli Stati Uniti abbia anche cambiato il suo look. «Negli ultimi anni, Vance ha adottato un nuovo look che comunica la sua posizione politica, ma non sembra più un repubblicano da country-club, sembra più come Donald Trump», aggiunge Politico. Sottolineando che Vance giudicava l’allora candidato Trump «un disastro morale» e paragonava la sua candidatura a una sorta di droga, «un’eroina culturale».

Ma poi il tycoon vinse le elezioni, Vance si convertì al trumpismo più sfrenato e il suo «guardaroba ha iniziato a cambiare». E quando, nel 2021, ha annunciato la sua candidatura al seggio dell’Ohio in Senato – con la benedizione di Trump e i fondi del suo amico miliardario Thiel e del tycoon dell’hedge fund Robert Mercer, un tempo mecenate di Steven Bannon –, Vance non solo cancellò i tweet del 2016 in cui definiva Trump «idiota» e «riprovevole», ma cominciò anche ad adottare un look trumpiano: completi scuri, l’immancabile cravatta rossa e camicie in tinta unita. Anche il taglio delle giacche, un tempo strette e corte, si è man mano avvicinato a quello più lunghe e con le spalle più ampie del tycoon.

Scelta dei vestiti a parte, c’è una cosa nel look del senatore scelto da Trump come “veep” che ha stupito tutti: la sua barba, considerata la nota avversione del tycoon per barba e baffi, avversione che gli fece escludere dei potenziali membri dalla sua prima amministrazione. «A lui sta bene, sembra un giovane Abraham Lincoln», aveva detto una settimana fa Trump a chi gli chiedeva se veramente stesse prendendo in considerazione il barbuto Vance come vicepresidente. A parte l’avversione di Trump, in effetti, la presenza di un barbuto in un ticket presidenziale è una cosa rara negli Stati Uniti moderni. L’ultimo candidato alla vicepresidenza con i baffi è stato Charles Curtis, veep del presidente repubblicano Herbert Hoover nelle elezioni del 1932, in cui fu sconfitto da Franklin Delano Roosevelt.

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