di Antonio Bonanata (ilmessaggero.it, 14 novembre 2016)
Ivana Trump, l’ex moglie del neoeletto presidente degli Stati Uniti (con cui è rimasta in buoni rapporti pur avendo ingaggiato una battaglia legale sull’utilizzo del nome), ha chiesto di nominarla ambasciatrice presso il suo Paese d’origine, la Repubblica Ceca. Ivana Marie Zelníčková, questo il suo vero nome, è nata 67 anni fa a Zlin, nella regione della Moravia.È stata modella, attrice, scrittrice, personaggio televisivo noto nel suo Paese d’adozione, quegli Stati Uniti che le hanno dato la celebrità. Il matrimonio con il magnate newyorkese, cominciato nel 1977 e terminato nel 1992, ha sicuramente contribuito ad accrescere la sua notorietà. E ora che l’ex consorte è diventato l’uomo più potente del mondo, Ivana ha deciso di autocandidarsi al ruolo di ambasciatrice degli States presso quella Repubblica Ceca dove ha mosso i primi passi come fotomodella, prima di cercare la fortuna in America. Un po’ come Melania Knaus, l’attuale moglie di Trump e prossima First Lady, che da un piccolo paese della Slovenia ha scalato il vertice del jet set newyorkese ed è entrata nelle grazie dell’imprenditore sino a sposarlo. In un’intervista concessa al New York Post Ivana Trump, madre di tre dei cinque figli di Donald (Donald John Jr., Ivanka ed Eric), spiega le ragioni della sua auto-candidatura ad ambasciatrice: «È il posto da cui vengo, lì c’è la mia lingua e tutti mi conoscono. Mi conoscono semplicemente come Ivana. Non ho bisogno del nome Trump. Sono conosciuta in tutto il mondo, non solo in America». La modella ha poi aggiunto che non le dispiace non essere diventata First Lady, dato che la casa dove vive a New York «è molto meglio della Casa Bianca», precisando che non invidia affatto Melania, cui ora toccherà fare i bagagli e preparare il trasferimento a Washington. Durante l’intervista Ivana ha offerto anche una serie di suggerimenti su come, secondo lei, l’ex marito dovrebbe muovere i primi passi da presidente: «Non penso che rivestirà di oro la Casa Bianca». Ha poi suggerito a Donald di tenere l’aereo privato e trasformarlo in Air Force One e che per i primi 100 giorni, quando gli toccherà lavorare duramente, forse «dovrà rinunciare al campo da golf». Molto più tollerante, a differenza di The Donald, la visione dell’ex signora Trump sull’immigrazione: «L’America ha bisogno degli immigrati», ha ribadito, aggiungendo che «una donna araba che indossava il velo ha lavorato per me per cinque anni». Ma gli immigrati «dovrebbero pagare le tasse e parlare un po’ di inglese», si è affrettata a precisare.