di Luca Serafini (tpi.it, 6 giugno 2020)
Instagram, Twitter e Facebook hanno rimosso un post su George Floyd pubblicato dalla campagna per la rielezione di Donald Trump. La motivazione è che il post conteneva materiale che non rispettava il Digital Millennium Copyright Act: si tratta della legge sul diritto d’autore digitale. Chi utilizza una creazione originale condivisa dai social deve essere autorizzato a farlo e le piattaforme che non rimuovono i post che violano questa norma vengono ritenute responsabili.«Questo contenuto è stato disabilitato in risposta ad una denuncia del titolare del copyright», ha scritto Twitter per motivare la rimozione del messaggio. Trump è andato su tutte le furie, accusando il social di voler imporre regole a proprio piacimento. Si tratta dell’ennesimo capitolo dello scontro tra la piattaforma di Jack Dorsey e la Casa Bianca. La scorsa settimana Twitter aveva messo in guardia sulla disinformazione contenuta in alcuni messaggi di Trump. Per tutta risposta, il tycoon aveva firmato un ordine esecutivo volto a rimuovere la “Section 230”, la legge che tutela piattaforme come Twitter da responsabilità legali per contenuti scritti da terzi. Facebook è invece finita nel mirino dell’opposizione democratica perché si rifiuta di fare il fact checking dei contenuti.