(ilpost.it, 12 gennaio 2024)
La Chiesa ortodossa georgiana ha chiesto che venga modificata un’icona sacra esposta nella Cattedrale di Tbilisi, Capitale della Georgia, in cui è rappresentato Iosif Stalin, dittatore dell’Unione Sovietica dal 1924 al 1953. Nell’icona Stalin viene benedetto da Santa Matrona di Mosca, una mistica e guaritrice russa vissuta nel Novecento: secondo la Chiesa ortodossa, non ci sarebbero prove sufficienti a dimostrare un incontro fra i due, e quindi l’immagine andrebbe cambiata per meglio rappresentare la realtà storica.
L’eredità politica e storica di Stalin è molto discussa in Georgia, Paese in cui nacque il dittatore, e nel resto dei territori dell’ex Unione Sovietica, di cui la Georgia fece parte dal 1921 al 1991. Mentre in Occidente Stalin è ricordato quasi solamente come un dittatore brutale, responsabile della morte di centinaia di migliaia di persone e della persecuzione dei propri avversari politici, nell’ex Unione Sovietica è talvolta ricordato come artefice della grande potenza raggiunta dal Paese nel Novecento e fautore del progresso che trasformò per un periodo l’Unione Sovietica da Stato arretrato a seconda economia mondiale.
L’icona era stata donata qualche mese fa alla Cattedrale di Tbilisi da un partito politico filorusso, l’Alleanza dei Patrioti di Georgia, e Stalin vi compare in un riquadro laterale, assieme ad altre storie riguardanti la vita di Santa Matrona. La sua presenza era stata per lo più ignorata fino alla settimana scorsa, quando il politico di opposizione Giorgi Kandelaki ha attirato l’attenzione su di essa, criticandola come un tentativo di dipingere «uno dei più grandi omicidi di massa della storia» sotto una «luce positiva». Secondo Kandelaki, la rivalutazione della figura di Stalin sarebbe un’arma usata dal governo russo per favorire i suoi interessi con una «guerra dell’informazione».
Il 9 gennaio un’attivista georgiana, Nata Peradze, aveva vandalizzato l’icona, tirandole contro della vernice blu, pubblicando il video sul suo profilo Facebook (l’icona sembra essere protetta da una lastra trasparente, ed è poi stata pulita). Peradze ha detto che Stalin uccise tutta la sua famiglia, governando col terrore. Dopo la pubblicazione del video, una folla di manifestanti di estrema Destra ha circondato la casa dell’attivista, minacciandola e cercando ripetutamente di entrare nell’edificio.
La polizia georgiana ha annunciato di aver aperto un’indagine per atti di vandalismo minori dopo il gesto di Peradze. In Georgia, il lancio di vernice è stato visto da molti come un atto contro la Chiesa e contro il Cristianesimo più che contro la Russia: membri del partito al governo, Sogno Georgiano (centrista e filoeuropeo), hanno definito il gesto «anticristiano e anticlericale», e hanno detto di voler approvare pene più severe per gli atti offensivi verso gli edifici e gli oggetti religiosi.
La Chiesa ortodossa georgiana (seguita da circa l’80 per cento dei 3,7 milioni di abitanti) ha dichiarato che è frequente che le icone rappresentino anche figure negative, come eretici e persecutori dei cristiani, ma che in questi casi non devono essere glorificate. La Chiesa ha detto che l’icona in questione non sarebbe “di Stalin”, ma “con Stalin”. Nonostante abbia criticato il gesto di Peradze, considerandolo un attacco alla Chiesa in generale, ha comunque chiesto la modifica dell’icona ai donatori, aggiungendo che se non l’avessero fatto loro se ne sarebbe occupata la Chiesa stessa.
Nella religione ortodossa le icone sono molto più rilevanti che le immagini analoghe presenti nelle chiese cattoliche, e ne sono anzi fra gli elementi più significativi e caratteristici. Rappresentano santi, angeli e storie bibliche secondo canoni precisi e ricorrenti con profondi significati simbolici, e sono uno strumento di preghiera e devozione. Tipicamente nelle chiese ortodosse la parte dove si trovano i fedeli e quella dove stanno invece i sacerdoti è separata da una parete tappezzata di icone, chiamata iconostasi.
L’icona in questione rappresenta Santa Matrona di Mosca, conosciuta anche come “Matrona la cieca”, una mistica e veggente vissuta fra il 1885 e il 1952, riconosciuta come santa dalla Chiesa ortodossa russa nel 1999. Secondo una leggenda popolare non confermata dalle fonti storiche né accettata ufficialmente dalla Chiesa, ricevette la visita di Stalin nel 1941, durante l’invasione nazista della Russia. Il dittatore avrebbe ottenuto la benedizione della Santa e la rassicurazione che l’esercito sovietico sarebbe riuscito a respingere l’invasione.
Non è la prima volta che un’icona che rappresenta Stalin assieme alla Santa causa discussioni. Nel 2008 a San Pietroburgo, dopo le proteste dei parrocchiani, una storia simile aveva portato al licenziamento del sacerdote che aveva posto l’icona nella chiesa. Nonostante il regime sovietico fosse ufficialmente ateo e reprimesse le libertà religiose, Stalin è talvolta visto come una persona religiosa. Durante i difficili momenti dell’invasione nazista, si appellò anche ai temi religiosi per mobilitare il popolo a combattere e a resistere. Inoltre, negli anni Quaranta, le organizzazioni religiose furono parzialmente legalizzate in Unione Sovietica, dopo la repressione violenta degli anni Venti e Trenta.
Stalin nacque nel 1876 a Gori, in Georgia, in una famiglia di umili origini. Il suo vero nome era Iosif Vissarionovič Džugašvili (Stalin era un soprannome: in Russo significa “uomo d’acciaio”). Fu uno dei leader più famosi del Novecento, ma anche uno dei più criticati per via della violentissima repressione del dissenso che si ebbe durante i ventinove anni del suo governo. Secondo un sondaggio condotto in Georgia nel 2021, il 66 per cento delle persone intervistate era convinto che «un georgiano patriottico dovrebbe essere fiero del fatto che Stalin fosse georgiano». Circa la metà era convinto che «Stalin fosse un tiranno responsabile di milioni di morti», ma il 66 per cento era anche convinto che «Stalin fosse un leader saggio che guidò l’Unione Sovietica alla potenza e alla prosperità». Dal 2012 sono state erette in Georgia dodici nuove statue a lui dedicate.