Il viaggio di Merkel da Trump. «Obiettivo: conoscersi»

Troppa neve, la visita è rinviata a venerdì. E la cancelliera si prepara leggendo l’intervista di Donald a «Playboy»

di Danilo Taino (corriere.it, 13 marzo 2017)

Confermato: il clima transatlantico non è granché. Stanotte Angela Merkel non ha nemmeno potuto attraversare l’oceano: oggi doveva incontrare — meeting portentoso — Donald Trump alla Casa Bianca ma il presidente americano le ha telefonato per dirle che, causa tempesta di neve Stella, avrebbe fatto bene a non lasciare Berlino.TRUMP-PLAYBOY-MARCH-1990La prima riunione tra l’uomo più potente del mondo e la donna più potente d’Europa è rinviata a venerdì. Gli Dei avvertono: niente di questi tempi viene facile in Occidente. L’incontro, quando ci sarà, sarà uno dei momenti forti del 2017: giusto che non sia una passeggiata. È il primo passo della cancelliera tedesca in una nuova era, nel pianeta inesplorato di The Donald. Delicato. Merkel non andrà a Washington con l’obiettivo di comunicare a torte in faccia. Ufficialmente, il governo tedesco non vuole caricare il colloquio di aspettative drastiche, men che meno vuole che fallisca: con ogni presidente americano si deve mettere in agenda una relazione di lungo periodo. «Primo obiettivo, conoscersi — dicono fonti della cancelleria —. Meglio parlare “con” una persona che “di” una persona». Approccio super-pragmatico. In realtà, il colloquio — che formalmente sarà un bilaterale tra Stati Uniti e Germania — è il primo approccio di un leader della Ue post-Brexit con l’uomo che sta facendo onde transatlantiche tempestose: darà il tono alle relazioni tra America ed Europa per almeno quattro anni. Lo studieranno nei dettagli tutte le capitali europee e tutte le ambasciate a Berlino. Si tratta di capire come trattare con il presidente che sta cambiando i paradigmi sui quali si sono mosse la politica e le diplomazie nei decenni scorsi. E aprirà la serie di visite di altri leader europei, compreso un viaggio di Paolo Gentiloni tra non molto. Merkel andrà a Washington accompagnata dai numeri uno di tre grandi imprese tedesche, la Siemens, la Bmw e la produttrice di componenti auto Schaeffler. Per dare concretezza ai colloqui — mezz’ora a quattr’occhi con Trump, poi assieme agli staff e infine a pranzo — e per dare un taglio pragmatico all’incontro, terreno sul quale il presidente e la cancelliera si trovano a loro agio. I temi politici, però, saranno di rilevanza enorme. La leader tedesca intende parlare di valori comuni occidentali. Del prossimo G20 che si terrà ad Amburgo in luglio e che sarà un test sulla nuova governance globale. Di Russia e Ucraina. Del terrorismo. Di Medio Oriente, cioè di Afghanistan, Siria, Yemen, Iran e Isis. Di Libia e Nord Africa. E soprattutto di Europa, dove i possibili dissensi transatlantici riguardano, oltre che i rapporti con il Cremlino, il commercio e la Nato. Sugli scambi economici, Merkel vuole evitare una guerra sui dazi e sul corso delle valute: l’interscambio è vitale per la Germania (e per l’Europa, Italia in prima fila) e su questo sarà intransigente. Sulla Nato, prometterà di spendere di più per la difesa, come gli europei si sono impegnati a fare nel 2014, ma dirà che l’obiettivo del 2% del Pil entro il 2024 è per molti versi «simbolico». Di base, la cancelliera è pronta a tutto, in nome del pragmatismo: ha studiato Trump, persino la sua intervista degli Anni Novanta a «Playboy», e vuole stabilire un buon rapporto. Dei permettendo.

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