di Andrea Marinelli (corriere.it, 15 ottobre 2024)
Sono dieci anni che Donald Trump tiene comizi fuori dal comune, eppure riesce ancora a sorprendere spettatori, analisti e giornalisti che lo seguono in giro per l’America. Ieri sera a Oaks, in Pennsylvania, lo Stato più decisivo dell’Unione, il candidato repubblicano ha interrotto il town hall meeting – una forma di comizio che prevede domande dal pubblico – mettendosi a fare il dj e a “ballare” per 39 minuti. «Basta con le domande» ha detto a un certo punto, dopo che due spettatori si erano sentiti male ed era servito l’intervento dei medici.
«Mettiamoci ad ascoltare musica, chi diavolo vuole sentire altre domande?». E così ha oscillato sul palco, ha accennato passi di danza, ogni tanto si è fermato per dire qualche parola, ha stretto mani, ma soprattutto si è concentrato sull’ascolto di nove canzoni della playlist che cura personalmente – spesso è una sorta di revival anni 70/80/90, a ricordare i fasti passati dell’America – aggirando o ignorando le restrizioni imposte dai musicisti che non vogliono avere niente a che fare con lui. La lista è lunga, e va dagli Abba ai White Stripes, passando per Adele, Aerosmith, Celine Dion, Foo Fighters, Gun’s N’ Roses, Linkin Park, Ozzy Osbourne, Tom Petty e così via.
Tutto a Oaks è cominciato con la prima emergenza medica, quando il pubblico ha iniziato a cantare God Bless America e Trump ha chiesto al suo staff di mandare l’Ave Maria di Schubert, suonata giusto una settimana fa al comizio di Butler, sempre in Pennsylvania, in ricordo del pompiere morto durante l’attentato dello scorso 13 luglio. L’ex presidente è rimasto immobile, le braccia lungo i fianchi, salutando di tanto in tanto qualcuno fra il pubblico, mentre vicino a lui la governatrice del South Dakota Kristi Noem sorrideva con un po’ di imbarazzo.
La scena si è ripetuta qualche minuto dopo, al secondo svenimento, quando il secret service ha negato l’apertura delle porte per motivi di sicurezza. «Dottore, faccia con calma» ha detto Trump lanciando di nuovo l’Ave Maria, ma chiedendo «stavolta la versione con le parole» di Luciano Pavarotti. «C’è qualcun altro che vuole svenire? Alzate la mano, facciamolo ora» ha aggiunto, prima di mostrare il grafico che gli aveva salvato la vita a Butler, cinque ore più a Est, verso il cuore dell’America.
A quel punto, quando la Noem gli ha chiesto se volesse rispondere ad altre due domande o chiudere con una canzone specifica, Trump ha invitato il suo assistente Justin Caporale a mettere «un paio di perle, così ci possiamo rilassare». E così è stato il turno di Time to Say Goodbye, titolo in Inglese di Con te partirò di Andrea Bocelli.
Dalla playlist dell’ex presidente – che dicono adori fare il dj a bordo del suo aereo o per gli ospiti di Mar-a-Lago, usando il proprio iPad – è poi partita It’s a Man’s Man’s Man’s World di James Brown; quindi ha deciso di scaldare la folla. «Che mi dite di questa? Metterò Ymca» ha detto, proponendo un classico dei suoi comizi (uno dei primi, nel 2015, in New Hampshire: la musica era già allora un elemento centrale dello show).
A quel punto qualcuno se ne era già andato, altri aspettavano pensando che avrebbe ripreso a parlare, alcuni si stavano scatenando oppure lo riprendevano con il telefono mentre ballava come ai vecchi tempi dello Studio 54 di New York. Al suo fianco, la governatrice Noem batteva le mani e improvvisava le mosse della canzone dei Village People. Di tanto in tanto, prima di andarsene, il candidato repubblicano ha pronunciato qualche parola chiave della sua campagna elettorale: «Queste», ha detto a un certo punto, «sono le elezioni più importanti nella storia del nostro Paese».
Gli ultimi pezzi sono stati Hallelujah di Rufus Wainwright – «alza il volume, gran pezzo», ha detto – e Nothing Compares 2 You di Sinéad O’Connor. Poi An American Trilogy di Elvis Presley, Rich Men North of Richmond di Oliver Anthony, November Rain dei Guns N’ Roses e infine Memory del musical Cats, che ha accompagnato il pubblico verso l’uscita. «Dj Trump», lo ha celebrato su X la sua addetta stampa Karoline Leavitt, mentre il portavoce della campagna elettorale Steven Cheung ha aggiunto che «non se ne voleva andare nessuno, volevano sentire le canzoni della sua famosa playlist di Spotify».
In Pennsylvania, ha scritto Cheung, «sta succedendo qualcosa di molto speciale». Sullo stesso social, il team di Kamala Harris ha ribadito che il candidato repubblicano «appare perso, confuso», e ne ha messo in dubbio la capacità di guidare il Paese. «Spero stia bene», ha commentato ironica su X la vicepresidente, rigirando contro Trump le accuse di senilità un tempo rivolte a Joe Biden.