di Nicola Bambini (vanityfair.it, 6 giugno 2020)
«Devo condividere con voi un piccolo segreto: ci sono anch’io sulla piattaforma di volontariato “Shout 85258”». Il principe William abbandona il nickname ed esce allo scoperto: al termine della Volunteering Week 2020, la settimana che celebra l’operato dei volontari in molti Paesi, l’erede al trono britannico approfitta di una videoconferenza per rivelare il suo contributo diretto a un’associazione benefica. Durante il faticoso lockdown imposto dall’emergenza Coronavirus, William ha infatti partecipato attivamente ad una helpline che, grazie a un servizio di messaggistica istantanea, ha fornito un supporto psicologico a migliaia di persone in crisi.
Il duca di Cambridge, ricorda il profilo ufficiale, ha seguito il corso di formazione insieme a oltre duemila volontari prima di cominciare a scrivere. D’altronde erano stati proprio William e la moglie Kate Middleton a lanciare, nel 2019, attraverso la loro fondazione, il progetto Shout 85258, una “crisis text line” disponibile 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno. Un numero al quale, secondo i dati forniti, si rivolgerebbero prevalentemente ragazzi giovani, con patologie depressive, attacchi di panico, disturbi d’ansia e persino istinti suicidi.
Il compito del volontario è tranquillizzare l’utente, spingerlo a trovare soluzioni pratiche ricorrendo all’aiuto di familiari o strutture specializzate. Per i casi più urgenti entra in gioco anche un “active rescu”, un team che arriva sul posto. Un’attività nobile che rientra perfettamente nelle attitudini caratteriali di William, da sempre in prima linea per aiutare le persone in difficoltà. Durante la pandemia pare si fosse offerto addirittura di tornare a pilotare l’eliambulanza, ma per le esigenze della corona era preferibile che gestisse gli affari dalla sua residenza in campagna nel Norfolk. Lì, tra computer e smartphone, ha potuto comunque dare il suo sostegno psicologico alla comunità: chissà quanti, senza saperlo, hanno chattato con il futuro re.