di Domenico Agasso Jr. e Matteo De Santis (lastampa.it, 23 novembre 2020)
Il Papa e le stelle della Nba «a canestro contro il razzismo». Così L’Osservatore Romano titola, con tanto di foto del Pontefice insieme al «gigante» Isaac, il racconto dell’udienza concessa da Bergoglio a un dream team di basket – con l’italiano Belinelli – che ha attraversato l’Oceano apposta per dire insieme a Francesco «no a ogni discriminazione razziale». Sarebbe stato Bergoglio stesso a volere questo incontro, per conoscere da vicino l’attivismo contro le ingiustizie sociali condotto dalla National Basketball Players Association (Nbpa), il sodalizio che rappresenta tutti i giocatori professionisti di pallacanestro della National Basketball Association negli Stati Uniti.
In particolare, rilevante è stato il sostegno al movimento Black Lives Matter. Così oggi, nella Biblioteca privata del Palazzo apostolico vaticano, ecco il Vescovo di Roma con la delegazione formata da Sterling Brown degli Houston Rockets, Kyle Korver dei Milwaukee Bucks, Anthony Tolliver dei Memphis Grizzlies, Jonathan Isaac e Marco Belinelli (leader anche nella nazionale italiana) dei San Antonio Spurs. I campioni di basket hanno raccontato, in un dialogo durato circa un’ora, le loro strategie di contrasto a ogni forma di discriminazione. Il quotidiano d’Oltretevere scrive che con campioni di questo calibro «lo spettacolo è assicurato»; soprattutto se «oltre agli schemi per far canestro mettono in campo anche le strategie perché ogni forma di razzismo venga, finalmente, sconfitta».
E questo è un impegno, sottolinea L’Osservatore Romano, che la Nbpa ha preso fortemente a cuore. Come testimonia la volontà di incontrare Francesco per presentargli personalmente gli sforzi sulle questioni dei diritti sociali. E dal Papa hanno ricevuto un forte incoraggiamento, confermato da Belinelli: «Ci ha detto parole importanti: dobbiamo continuare a essere uniti, ad agire come fratelli e a essere di esempio per le generazioni più giovani». Il campione italiano non scorderà «mai questa esperienza», vissuta insieme alla moglie Martina: è stato un momento «emozionante e carico di valori. Mi sono presentato al Papa e ho spiegato che ero lì per supportare i miei colleghi nel loro quotidiano impegno negli Stati Uniti ma non solo. Ero lì anche per dimostrare che gli atleti hanno la responsabilità di vivere nella società e cercare di cambiare le cose che non funzionano». Belinelli è consapevole che sportivi del loro calibro hanno «un potere mediatico molto forte e dobbiamo usarlo in modo positivo per arrivare anche dove le istituzioni mancano».
Proprio per descrivere al Pontefice il loro impegno concreto per la giustizia e l’uguaglianza, portato avanti in modo più organico soprattutto negli ultimi mesi – dopo alcuni gravi episodi di violenza –, le star Nba gli hanno consegnato, oltre che un pallone e magliette, simboli della loro professione, un libro particolarmente significativo, una vera e propria raccolta di immagini, articoli e testi che documentano il loro lavoro di squadra. Diversi per provenienze, storie e cultura, i giocatori di basket negli Stati Uniti stanno utilizzando, insieme, la grande “piattaforma” di comunicazione offerta dal palcoscenico della Nba per rilanciare i valori sportivi più autentici.
Ad accompagnare i cinque campioni c’erano anche i responsabili della Nbpa Michele Roberts, Sherrie Deans e Matteo Zuretti, e alcuni familiari. La mission della Nbpa, hanno spiegato, è proteggere e sostenere i diritti e i talenti dei cestisti, dando loro voce anche nelle questioni sociali oltre che sportive. E hanno ricordato che da «decenni, sia individualmente sia collettivamente», i professionisti del basket sono «sostenitori dei movimenti per la giustizia sociale nelle loro comunità», danno vita a progetti solidali e contribuiscono apertamente a iniziative contro il razzismo, comprese le mobilitazioni dopo la morte di George Floyd alla fine di maggio. Fino a sospendere le partite. Si sono attivati «per portare la consapevolezza dell’attuale piaga della cattiva condotta della polizia a livello nazionale nelle comunità di colore e hanno lavorato per far luce sulle questioni più ampie della disuguaglianza». E il loro impegno per la giustizia sociale rimarrà una priorità anche durante la ripresa della stagione Nba, assicurano. Ancora di più dopo la “benedizione” del Papa.