Il nuovo social del team di Trump è stato facilmente hackerato

di Ilaria Roncone (giornalettismo.com, 6 luglio 2021)

Gettr, il nuovo social di Donald Trump creato a immagine e somiglianza di Twitter, è stato hackerato il giorno stesso del suo lancio. Ed è stato fatto con estrema semplicità, come ha reso noto l’autore. Si tratta dell’utente Twitter @JubaBaghdad, il quale ha fatto un gesto tanto semplice quanto incisivo. I bersagli scelti per l’attacco – che ha avuto luogo domenica 4 luglio, giorno in cui il lancio dell’applicazione è stato formalizzato – sono stati i più importanti nomi tra i repubblicani. Steve Bannon, Mike Pompeo e lo stesso creatore Jason Miller – per citarne alcuni – si sono visti modificare il profilo con l’aggiunta di poche semplici parole: «@JubaBaghdad era qui 🙂 , ^^ Palestina libera ^^».

Lo scopo dell’utente non era tanto arrecare un reale danno al social, quanto mostrare la facilità con la quale è riuscito a violarne la sicurezza. Una dimostrazione concreta che va ad aggiungersi alle domande sulla privacy che già erano state sollevate e all’ipotesi che la piattaforma capeggiata dall’ex portavoce di Trump raccolga informazioni sui follower di Twitter dei suoi utenti. Alla poca trasparenza, quindi, si aggiunge la dimostrazione di scarsa sicurezza. Tra l’altro è di oggi la notizia che qualcuno ha provato a fingersi l’hacker su Gettr. «Hey, solo per divi che questo account Gettr non mi appartiene» scrive Juba Baghdad. «Qualcuno sta provando a impersonarmi».

Il giorno stesso dell’hackeraggio – l’Indipendence Day negli Stati Uniti – il ceo Miller ha scritto a The Verge una email per minimizzare la situazione. Si sarebbe trattato di un problema identificato e risolto quasi nell’immediato – pochi minuti, ha detto il ceo – e «tutto quello che l’intruso è stato in grado di fare è stato cambiare alcuni nomi utente». Magari perché, come lascia intendere l’hacker, non c’è stata l’intenzione di spingersi oltre. Intanto già venerdì scorso la piattaforma si è riempita di immagini e di contenuti pornografici, oltre che di post complottisti, facendo sorgere anche qualche dubbio – che va ad aggiungersi a quelli sulla sicurezza e sulla trasparenza – sulla capacità di moderazione di quanto viene condiviso sul nuovo social di Trump. Dopo il fallimento di From the desk of Donald Trump in soli 28 giorni, quindi, anche questa nuova piattaforma sta rivelando in tutte le sue criticità.

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