di Eleonora Cozzella (repubblica.it/il-gusto, 18 gennaio 2024)
Il governo arruola Iginio Massari e gli dedica un decreto. L’idea è del ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, che al Sigep ha parlato della proposta di legge per il riconoscimento di chi nelle professioni dell’enogastronomia si sia particolarmente distinto e abbia dato “lustro al Paese”. Una “Legge Massari” – come Lollobrigida l’ha annunciata alla presenza del maestro pasticciere nel corso della fiera a Rimini – perché è stato lo stesso Massari, volto amato dal pubblico televisivo quanto stimato dai colleghi a livello internazionale, a sollecitare l’iniziativa.
«La chiamiamo “Legge Massari” per riconoscerne a pieno titolo la paternità al maestro» spiega il ministro Lollobrigida. «Offriamo a Iginio Massari la guida della commissione che sarà incaricata di giudicare tecnicamente la qualità dei maestri meritevoli del riconoscimento di “Maestro dell’Arte della Cucina Italiana”. A lui va il nostro ringraziamento per l’azione propulsiva e promozionale del cibo italiano nel mondo, di cui è un ambasciatore senza pari».
«Una commissione tecnica sceglierà alcuni nomi da insignire del premio, che andrà a cuochi, produttori di olio, di vino, pasticcieri gelatieri oltre che cuochi», dice Lollobrigida. Il quale, nell’illustrare la legge in Parlamento, aveva citato anche Massimo Bottura, sottolineando che sono chef di questo calibro a diffondere la cultura e le tradizioni della gastronomia italiana con passione, competenza, ricerca della materia prima. Durante la sua visita al Salone Internazionale della Pasticceria e Gelateria 2024, il ministro ha poi raccontato alla platea della Coppa del Mondo della Gelateria la volontà di valorizzare le scuole alberghiere e gli istituti agrari perché non siano più scuole considerate meno importanti («di serie B» ha detto), ma anzi ritenute di grande importanza proprio perché collegate all’agroalimentare e a tutto il Made in Italy.
Il titolo di “Maestro dell’Arte della Cucina Italiana”, nelle intenzioni di Lollobrigida, va a colmare la differenza con altri Paesi – in primis la Francia – molto prodighi di riconoscimenti per i loro grandi cuochi e artigiani del cibo, che diventano a tutti gli effetti degli ambasciatori. «Dobbiamo prendere atto che in questo i francesi sembrano avanti. Ora, per esempio, sul vino ci siamo saputi mettere al pari con i cugini francesi» ha dichiarato Lollobrigida a ilGusto.
«Ma in effetti nel comunicare il vino e nel dargli il giusto valore li abbiamo dovuti un po’ copiare. Ecco ora in campo enologico siamo bravi. Ma oltre al vino abbiamo un grande olio d’oliva. Come mai le persone sono disposte a spendere 30 euro per un vino che tutto sommato termina nel giro di un’ora ma non sono disposte a spenderne 20 per una bottiglia di un grande extravergine che dura molto più tempo? Ecco, la risposta che mi sono dato è che la Francia non ha olio extravergine d’oliva e che quindi a noi manca per così dire questo spirito di sapersi comunicare come fanno loro».