di Alice Scaglioni (corriere.it, 7 maggio 2020)
Un celebre discorso pronunciato da Charlie Chaplin ottant’anni fa, la musica di Ezio Bosso e un messaggio di umanità, pace e speranza lanciato dal nuovo spot pubblicitario di Lavazza. Tanto è bastato a far scaldare gli animi sui social nelle ultime ore, in particolare su Twitter, dove l’hashtag #Lavazza è terzo nelle Tendenze in Italia.
Il motivo di tanto discutere? Le accuse rivolte da alcuni account social all’azienda e alla pubblicità sono quelle di un messaggio «buonista», «ipocrita», «un endorsement al globalismo e allo scientismo» e una «pubblicità depravata che promuove omosessualità e sostituzione etnica». E sono solo alcune delle parole (fra quelle che si possono scrivere) che gli utenti hanno usato per criticare lo spot e invitare follower e conoscenti a boicottare il caffè Lavazza. C’è anche chi tira in ballo il passato di Charlie Chaplin, con le accuse di pedofilia e il lavoro minorile nelle piantagioni.
Lo spot, realizzato dall’agenzia Armando Testa – che peraltro non è stato lanciato oggi, ma già da giorni passa in televisione ed è pubblicato sui social dell’azienda –, s’intitola Good morning humanity ed è accompagnato dall’hashtag #TheNewHumanity. Mostra alcune immagini – tra cui foto di Steve McCurry e fotografi della Magnum – che vogliono raccontare il mondo attuale, con un invito alla solidarietà, alla libertà di vivere insieme e in pace, senza intolleranza, odio e irrazionalità. La voce che si sente, in lingua Inglese, è quella di Charlie Chaplin, il grande attore e regista, e le parole sono quelle del “Discorso all’Umanità” pronunciato nel film Il grande dittatore (1940) [scelta ancor più significativa se si considera che si tratta del suo primo film parlato – N.d.C.], mentre la musica è del direttore d’orchestra e pianista Ezio Bosso.
Ma i social non hanno raccolto solo il malcontento di una piccola parte del pubblico, anzi. Molti gli utenti che hanno mostrato il loro supporto e la condivisione dei messaggi lanciati dalla campagna: «Lo spot #Lavazza mi ha messo tristezza. La tristezza di vivere, nel 2020, in un mondo che non è ancora pronto per un discorso su progresso, sostenibilità e tolleranza pronunciato da un comico del secolo scorso».
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Questo il testo integrale del “Discorso all’Umanità”:
«Mi dispiace, ma io non voglio fare l’imperatore. Non voglio né governare né comandare nessuno. Vorrei aiutare tutti: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo unirci, aiutarci sempre, dovremmo godere della felicità del prossimo. Non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti. La natura è ricca e sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi l’abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, fatto precipitare il mondo nell’odio, condotti a passo d’oca verso le cose più abiette. Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformati in cinici, l’abilità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchine ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è vuota e violenta e tutto è perduto. L’aviazione e la radio hanno avvicinato la gente, la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà dell’uomo, reclama la fratellanza universale. L’unione dell’umanità. Persino ora la mia voce raggiunge milioni di persone. Milioni di uomini, donne, bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di segregare, umiliare e torturare gente innocente. A coloro che ci odiano io dico: non disperate! Perché l’avidità che ci comanda è soltanto un male passeggero, come la pochezza di uomini che temono le meraviglie del progresso umano. L’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori. Il potere che hanno tolto al popolo, al popolo tornerà. E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa. Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi comandano e che vi disprezzano, che vi limitano, uomini che vi dicono cosa dire, cosa fare, cosa pensare e come vivere! Che vi irregimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie! Voi vi consegnate a questa gente senza un’anima! Uomini macchine con macchine al posto del cervello e del cuore. Ma voi non siete macchine! Voi non siete bestie! Siete uomini! Voi portate l’amore dell’umanità nel cuore. Voi non odiate. Coloro che odiano sono solo quelli che non hanno l’amore altrui. Soldati, non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate che nel Vangelo di Luca è scritto: “Il Regno di Dio è nel cuore dell’Uomo”. Non di un solo uomo, ma nel cuore di tutti gli uomini. Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, il progresso e la felicità. Voi, il popolo, avete la forza di far sì che la vita sia bella e libera. Voi che potete fare di questa vita una splendida avventura. Soldati, in nome della democrazia, uniamo queste forze. Uniamoci tutti! Combattiamo tutti per un mondo nuovo, che dia a tutti un lavoro, ai giovani la speranza, ai vecchi la serenità e alle donne la sicurezza. Promettendovi queste cose degli uomini sono andati al potere. Mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno. E non ne daranno conto a nessuno. Forse i dittatori sono liberi perché rendono schiavo il popolo. Combattiamo per mantenere quelle promesse. Per abbattere i confini e le barriere. Combattiamo per eliminare l’avidità e l’odio. Un mondo ragionevole in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati! Nel nome della democrazia siate tutti uniti!».