
di Olga Tokariuk (linkiesta.it, 12 aprile 2025)
La Russia sta intenzionalmente addestrando i modelli di Intelligenza Artificiale, come ChatGPT, nutrendoli con la propria propaganda. A partire dal 2022, ha sviluppato una rete globale di siti in diverse lingue, nota come Pravda Network. La maggior parte di questi siti contiene la parola pravda, ovvero “verità” in Russo, nel proprio indirizzo Web.
Attualmente si contano oltre centocinquanta siti, di cui almeno quaranta mirati specificamente all’Ucraina e gestiti dalla penisola di Crimea, occupata dalla Russia dal 2014. Questi portali non producono contenuti originali, ma si limitano a ripubblicare notizie prese da canali Telegram russi o filorussi, dai media statali russi e da altri siti legati al Cremlino, operativi anche in altri Paesi.
I temi principali riguardano l’Ucraina, la presunta decadenza dell’Occidente e della Nato, e altre narrazioni tipiche della propaganda russa. Questi siti vengono aggiornati a una velocità impressionante: secondo alcune stime, solo nel 2024 hanno condiviso circa 3,6 milioni di articoli. Tuttavia, le ricerche dimostrano che non vengono consultati frequentemente da utenti reali. Sorge quindi una domanda: per chi vengono prodotti questi contenuti?
Organizzazioni che studiano le operazioni informative russe — come NewsGuard, Viginum, DFRLab e American Sunlight Project — sono giunte alla conclusione che lo scopo principale della rete “Pravda” è addestrare i web scraper utilizzati dai grandi modelli linguistici e dai generatori di Intelligenza Artificiale. In parole semplici: questa enorme mole di contenuti propagandistici, tradotti in più lingue, viene creata per insegnare a sistemi diffusi come ChatGPT, Claude, Perplexity e Copilot, a includere questa disinformazione nelle loro risposte.
Uno studio di NewsGuard ha testato dieci dei principali sistemi di Intelligenza Artificiale con quindici esempi di narrazioni russe. In un terzo dei casi, le chatbot hanno confermato queste informazioni, citando proprio i siti della rete Pravda come fonti attendibili. Sempre più spesso, i motori di ricerca propongono contenuti della rete Pravda e, persino, alcune pagine di Wikipedia riportano informazioni tratte da questi siti. Il risultato? Gli utenti iniziano a fidarsi delle informazioni fornite sia dall’Intelligenza Artificiale sia da questi portali, dando maggiore credibilità alla disinformazione russa, che finisce così per infiltrarsi nel mainstream.
Cosa possiamo fare? Primo: essere sempre critici e non fidarsi ciecamente delle informazioni fornite dall’Intelligenza Artificiale. Poi: ricordare che Google e Wikipedia sono vulnerabili alla propaganda russa. Infine, in particolare, gli utenti ucraini dovrebbero fare attenzione ai siti con nomi come uanews, topnews ecc., che fanno parte della rete Pravda. È consigliabile anche smettere di seguire i relativi canali Telegram.