di Luigi Ippolito («Corriere della Sera», 12 maggio 2018)
Una principessa rivoluzionaria: nel senso più politico della parola. È così che descrive Meghan Markle il biografo di Diana, Andrew Morton, che ha da poco dato alle stampe un libro sulla vita dell’attrice hollywoodiana prossima sposa del principe Harry. «È sempre stata un’attivista — spiega —.Voleva lavorare al Dipartimento di Stato, chi è andato a scuola con lei non pensava che sarebbe diventata un’attrice, la vedevano piuttosto in politica». Una militante, insomma, e schierata da sempre su posizioni radicali: «Quando aveva solo dieci anni — racconta Morton alla presentazione del volume — aveva organizzato una manifestazione a scuola contro la prima guerra del Golfo, mettendosi alla testa di un piccolo corteo. Poi ha cominciato a scrivere alle grandi aziende per lamentarsi delle cattive confezioni: e quelli a volte le mandavano i dolci a casa in segno di riparazione. A undici anni ha scritto alla Procter&Gamble lamentandosi delle pubblicità sessiste dei detersivi, perché erano sempre le donne a lavare i piatti. Ha scritto pure a Hillary Clinton a questo proposito. E dopo un mese l’azienda ha cambiato la campagna pubblicitaria. È stata una delle più giovani aderenti alle organizzazioni femministe, nei primi anni Novanta. E infine andava ad aiutare nelle mense per i poveri e tornava a casa con le storie degli homeless di Los Angeles». Ma anche quando ha abbracciato la carriera di attrice, Meghan non ha abbandonato il suo impegno politico: «Il suo blog non mostrava solo cibi e vini dal mondo, ma era un veicolo per esprimere opinioni sull’indipendenza delle donne, l’immigrazione, la segregazione razziale. Ha partecipato a conferenze contro Trump, ha sostenuto Hillary. E il suo agente è un importante democratico di New York». Il problema è come conciliare questi furori ideologici col nuovo ruolo di membro della famiglia reale: «Il suo attivismo potrebbe causare delle difficoltà — ammette Morton —. Ma lei è una ragazza intelligente, capirà che la monarchia c’è stata per migliaia di anni e non comincerà a far sentire troppo il suo peso. E poi lei ha sempre mostrato di saper fare squadra: starà attenta, non farà più commenti su Trump misogino come in passato, perché ora lei rappresenta la monarchia. Detto ciò, già William e Harry col loro lavoro sulle questioni della salute mentale hanno mostrato maggiore apertura rispetto alle precedenti generazioni: vedo Meghan occuparsi in futuro di questioni legate ai diritti delle donne e dell’infanzia, di cui si è sempre interessata». In questo senso lei raccoglie il testimone di Diana, che nella sua ultima fase pure si era dedicata alle cause umanitarie. Meghan potrebbe essere un’ambasciatrice itinerante del Regno Unito: «Mi sembra logico che come futuro re e regina William e Kate passeranno più tempo in Gran Bretagna, mentre Harry e Meghan saranno una power couple che va in giro per il mondo, visita l’Africa e via dicendo». E Morton coglie anche un simbolismo, una staffetta ideale con Diana: Meghan entra nella famiglia reale a 36 anni, l’età di Diana alla sua morte. «La somiglianza fra loro due — dice — è che vengono entrambe da genitori divorziati. Diana si sentiva diversa a scuola per questo, Meghan si sentiva diversa perché era bi-razziale. C’era in tutte e due un senso di isolamento, di non essere parte del gruppo». Ma la signorina Markle è anche una che «è stata sempre molto attenta al brand Meghan», sempre «conscia della migliore angolazione delle telecamere», che non si è mai fatta fotografare ubriaca ai party e cose simili. Ora però deve vedersela con gli scheletri che riaffiorano dal passato: i giornali britannici hanno pubblicato la lista dei suoi precedenti fidanzati. E fra di loro c’è anche Simon Rex, un attore con un passato nel porno con cui Meghan aveva avuto una breve relazione dieci anni fa. Buckingham Palace è impegnato da mesi a cancellare tutte le tracce sui social media del passato di Meghan: ci riusciranno prima che spunti fuori qualcos’altro di imbarazzante?