di Rita Lofano (agi.it, 11 giugno 2020)
La Federazione del calcio statunitense ha deciso di abrogare il divieto di inginocchiarsi in campo durante l’inno nazionale, sull’onda delle proteste contro il razzismo scatenate dalla morte dell’afroamericano George Floyd, ucciso dalla polizia a Minneapolis. Su richiesta del presidente della Ussf (United States Soccer Federation) Cindy Parlow-Cone, il board si è riunito in videoconferenza votando la cancellazione del divieto deciso nel 2017 dopo che Megan Rapinoe si era inginocchiata per manifestare il suo sostegno alla protesta contro il razzismo di Colin Kaepernick.
«Lo sport è una potente piattaforma volta al bene e noi non abbiamo usato la nostra piattaforma in modo efficace come avremmo dovuto. Possiamo fare di più anche su questa specifica questione», si legge nella nota delle Federcalcio Usa. «Spetta a loro, ai giocatori, e lo sarà andando avanti, decidere come usare al meglio le loro piattaforme per combattere ogni forma di razzismo, discriminazione e diseguaglianza. Siamo qui per i nostri giocatori» prosegue la nota «e siamo pronti a sostenerli nel loro impegno per raggiungere giustizia sociale».