Grillo su Netflix, vedere un suo show è come assistere a un comizio?

È il destino di un comico di grande talento diventato leader di un movimento. Nessuna polemica sulla sua scelta, ma ormai quando lo si ascolta la risata è avvelenata dalla politica

(wired.it, 14 febbraio 2017)

Inserire nel proprio catalogo uno show con protagonista Beppe Grillo è una scelta furba e Netflix ha capito bene come cavalcare l’onda della popolarità del comico-politico genovese rendendo disponibile dal 10 febbraio lo spettacolo Grillo vs Grillo. Non stupisce che all’interno del catalogo di Netflix vi sia un one man show.grillo-vs-grillo-netflixGià da tempo sono disponibili sulla piattaforma di streaming online gli spettacoli dei principali stand up comedian stranieri, da Louis C.K. a Gad Elmaleh, l’astuzia di Netflix è stata quella di scegliere lo spettacolo di Grillo per inaugurare la sezione dedicata ai comici italiani. Come indica il titolo, si tratta di uno scontro-confronto fra il Grillo politico, rappresentato in giacca e cravatta su un maxi schermo, ed il Grillo comico, che si aggira tra il pubblico in maniche di camicia. Quelli che dovrebbero essere due piani distinti si vanno velocemente a confondere ed è Grillo stesso a giocare su questa ambiguità che gli permette di fatto di fare un vero e proprio comizio politico sotto l’etichetta di show. Grillo, infatti, utilizza l’escamotage della narrazione personale per affrontare tutti i temi cari al Movimento 5 Stelle, dal lavoro (“Io sono un saldatore, io ho saldato, non questi cazzo della Cisl, della Uil e della Fiom”) all’informazione (“da piccoli giocavamo a lanciare stronzi sul Secolo XIX”), passando per un’analisi delle istituzioni (“È finita questa democrazia che sa di pesce rancido”). Il comico genovese dedica la prima parte dello spettacolo alla sua infanzia per poi passare al racconto dei grandi fallimenti della sua vita: i fallimenti scolastici ed universitari, quelli lavorativi, fino ad arrivare alla fallimentare serata a Fantastico 1987 che gli costò l’allontanamento dalla tv a causa di una battuta sui socialisti. Nell’excursus delle sue sconfitte, Grillo non manca di sottolineare come tutti i grandi uomini abbiano fallito, da Elon Musk (ideatore di Paypal e Tesla, la macchina elettrica che si guida da sola), a Bertrand Piccard (il primo a fare nel 2015 il giro del mondo con un velivolo ad energia solare), finanche l’uomo simbolo della Apple Steve Jobs. Un modo, neanche troppo velato, per porre se stesso nell’Olimpo delle grandi menti che negli ultimi anni hanno rivoluzionato e stanno rivoluzionando il mondo. Grillo, in un continuo ribaltamento dei piani, riesce contemporaneamente sia a collocarsi tra gli eroi moderni, sia a presentarsi come un uomo qualsiasi, uno fra i tanti, un uomo che sbaglia e si rialza e proprio alla gente comune il comico intende indirizzare i propri messaggi “Non ci interessano i felici, dobbiamo fare quest’arca per tutti i diseredati, quelli che non si rassegnano, quelli che vogliono cambiare il mondo”. Un’arca, quella di Grillo, che coincide con il Movimento 5 Stelle. “Non c’è più l’impossibile quando un comico incontra un imprenditore [Gianroberto Casaleggio] e, senza una lira, fonda il più grande movimento storico-politico di questo Paese”. Grillo associa il Movimento 5 Stelle a Napster, il programma di file sharing che alla fine degli anni Novanta cambiò per sempre il nostro modo di fruire la musica “Siamo i Napster di oggi, siamo un esperimento”. Il futuro del Movimento 5 Stelle, per Grillo, è abbastanza chiaro: “Il Movimento sparirà, non avrà più senso quando i cittadini avranno gli strumenti che con un click decidi cosa fare”. Resta, invece, da capire quale sarà il futuro di Grillo: porterà avanti la carriera di comico (nell’ultimo periodo è tornato in teatro con una nuova tournée) o si dedicherà alla politica? È lo stesso Grillo a far sottintendere per tutto lo spettacolo che i due ruoli sono inconciliabili. “Non avrei mai pensato di fare il leader di un movimento politico, ma devo dire la verità: io scherzavo”. Eppure, molti italiani lo hanno invece preso sul serio.

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