di Alessandra Sestito (agi.it, 2 luglio 2022)
Chissà se gli autori di Anatomia di uno scandalo si sono ispirati proprio alle vicende reali che si consumano a Downing Street per scrivere la famosa serie di Netflix basata sull’omonimo romanzo di Sarah Vaughan. Una nuova ventata di scandali a sfondo sessuale ha infatti investito il partito conservatore britannico e non riguardano soltanto la vicenda di Chris Pincher, ex vice capogruppo del partito, costretto ieri alle dimissioni per aver aggredito sessualmente due uomini in un club privato mercoledì sera, ma anche il primo ministro in persona. Nella lettera di dimissioni, Pincher si è giustificato dicendo di aver bevuto troppo, mettendo in imbarazzo sé stesso e altre persone ma, dai banchi dell’opposizione, Yvette Cooper, ministro degli Interni ombra, ha chiesto la sua sospensione immediata perché le accuse sono «estremamente gravi» e vanno «indagate formalmente».
È stato il Sun a riportare per primo la notizia. Secondo il quotidiano, Pincher si trovava al Carlton Club, nel centro di Londra, per consumare qualche drink, quando, a un certo punto, avrebbe aggredito i due uomini davanti a decine di testimoni. A quell’ora, nel club, c’erano anche altri parlamentari, ministri, funzionari e addetti alle pubbliche relazioni. Insomma, uno scandalo a orologeria che sarebbe inevitabilmente scoppiato sui media. Pincher ha dunque preferito giocare in anticipo e fare un passo indietro, anche perché molti colleghi avevano già contattato l’ufficio generale del partito per stigmatizzare l’episodio. «Penso che la cosa giusta da fare in questa circostanza» ha chiosato nella lettera di dimissioni «sia che mi dimetta da vice capogruppo. Lo devo a te [riferito a Johnson, N.d.R.] e alle persone a cui ho arrecato dolore». Adesso la pressione è tutta su Boris Johnson. Giovedì una fonte da Downing Street ha fatto sapere che Chris Pincher – fedelissimo del primo ministro – non sarà soggetto a ulteriori provvedimenti perché ha ammesso di aver sbagliato. Laburisti e liberaldemocratici trovano invece inammissibile che rimanga in Parlamento anche solo come semplice deputato e chiedono nuove elezioni nella sua circoscrizione affinché venga sostituito, come già accaduto con Ahmad Khan, arrestato per aver aggredito sessualmente un quindicenne, e Neil Parish, sospeso per aver guardato materiale pornografico sul proprio cellulare durante una seduta parlamentare.
Il vero problema, per Johnson, è però tutto interno. La tensione fra i conservatori è alle stelle perché in molti sono convinti che sarebbe necessario prendere un provvedimento più radicale per dare un segno chiaro agli elettori. La tensione potrebbe continuare a salire se i ministri si sentissero costretti a difendere qualcosa che alcuni di loro considerano inaccettabile. Per adesso, il segretario di Gabinetto, Simon Hart, ha dichiarato che qualsiasi indagine affrettata su Pincher potrebbe essere «controproducente» ma non è chiaro quanto a lungo il governo potrà mantenere questa posizione. Molto dipenderà da come lo scandalo evolverà sui media. In queste ore, il primo ministro stesso è sulla graticola per un’altra circostanza a sfondo sessuale che, in questo caso, lo riguarda personalmente. Circa dieci giorni fa, il Times aveva pubblicato la vicenda secondo la quale, nel 2018, Johnson avrebbe cercato di assumere al Ministero degli Esteri, di cui deteneva all’epoca il dicastero, l’allora amante e oggi moglie Carrie Symonds. Secondo la ricostruzione, l’operazione non era andata in porto per l’opposizione dello stesso entourage di Johnson. Ad aggravare la vicenda è poi emerso che Downing Street aveva fatto pressione sul quotidiano conservatore affinché la notizia non venisse pubblicata. Sembra che il timore vero fosse legato al dettaglio di come i suoi collaboratori erano venuti a conoscenza della storia extraconiugale con l’allora trentenne Symonds.
Pare infatti che un deputato fosse entrato accidentalmente nell’ufficio ministeriale e avesse trovato Symonds, sul sofà, in atteggiamenti inequivocabili con Johnson. Dopo questo episodio, i collaboratori si erano opposti a qualsiasi assunzione della donna nello stesso ufficio e il matrimonio di Johnson era naufragato. Esattamente come nella serie Anatomia di uno scandalo, quando Sophie Whitehouse, moglie del parlamentare conservatore britannico James Whitehouse, viene a sapere della relazione extraconiugale di suo marito con un’assistente, la notizia diventa pubblica e le loro vite vengono travolte dalle conseguenze. La realtà, dunque, non si discosta molto dalla fiction. La poltrona del primo ministro barcolla ormai da qualche mese, checché ne dicano dalle parti di Downing Street, e i continui scandali a sfondo sessuale all’interno del partito non aiutano.