«Ho accettato per spirito di servizio» racconta il comico napoletano. Che ora ha una grande missione: salvare un partito piccolo piccolo
di Giampiero Cazzato («Il Venerdì», suppl. a «la Repubblica», 30 ottobre 2015)
«Preferisco occuparmi dell’ambiente più che della politica in senso stretto. Anche perché non ne sarei capace. L’ambiente riguarda tutti, quelli di destra e quelli di sinistra. Sembrerà strano, ma riguarda pure Giovanardi». Tagliente e «anche un po’ fetente», Giobbe Covatta si prepara a indossare i panni di portavoce nazionale dei Verdi.A incoronarlo sarà l’assemblea nazionale che si terrà a Chianciano Terme (Siena), il 14 e 15 novembre 2015. Dopo i Cinque stelle, dunque, pure gli ambientalisti si affidano alle cure di un comico. Ma le differenze sono più delle similitudini. Beppe Grillo il suo partito se lo è inventato e lo gestisce con piglio autoritario, mentre Covatta si appresta a ricoprire il ruolo di portavoce «per spirito di servizio», per ridare visibilità ad un partito a rischio estinzione. È vero che alle regionali in Campania, dove sostenevano Vincenzo De Luca, i Verdi hanno portato a casa 1’1,15 per cento, ma nel resto del Paese è un’altra storia. In Puglia hanno scelto il Sole che ride lo 0,4 per cento degli elettori. Gli iscritti in tutta Italia sono poco più di quattromila. Ecco quindi la corsa ai ripari. A proporre la candidatura del comico partenopeo è l’ex portavoce Angelo Bonelli. «I Verdi e le loro proposte» si lamenta Bonelli, «sono stati esclusi dal sistema radiotelevisivo. Giobbe è la persona giusta per contrastare questa conventio ad excludendum». Per portare a casa l’operazione Covatta ci si appresta a cambiare lo statuto, che prevede due co-portavoce in omaggio alla parità dei sessi nelle cariche. Tutte le funzioni politiche verranno trasferite a un esecutivo nazionale allargato. AI portavoce resta il compito di rappresentare il partito all’esterno. Insomma, Covatta come mordace grimaldello per entrare nei salotti televisivi? L’interessato dall’altro capo del telefono sghignazza. «Ma mi vuoi male!». Poi però ammette che sì, «la mia presenza dovrebbe far sì che la voce dei Verdi arrivi più lontano di quanto oggi non accada. Faccio quello che so fare, raccontare. Possibilmente in maniera divertente». E la linea politica? «Quella mica la detto io. E poi che dovrei dettare, faccio domande, risposte non ne ho. E se le ho sono romantiche. Per esempio, sull’Europa penso che la moneta unica non basta, dovremmo fare la scuola unica». Effettivamente romantico. Sul nome di Covatta è d’accordo la stragrande maggioranza del partito. Ma stragrande non è tutto. A Chianciano ci sarà pure la candidatura – nata all’interno della federazione barese – di Giuseppe Deleonibus. Un 35enne ingegnere ambientale che ti dice subito che «Covatta è un’ottima persona» e su di lui non ha «nessuna perplessità». E allora? «Il fatto è che il potere resterà concentrato nelle mani di chi ha malamente gestito la federazione fino ad oggi. Giobbe sarà un portavoce senza potere». Ma, par di capire, Covatta lo sa. Proprio per questo ha detto sì all’offerta.