di Alessandra Paudice (vanityfair.it, 25 agosto 2021)
Il giornalista coreano David Yi, noto sui social come @seoulcialite, ha appena pubblicato un libro che parla di quanto la storia del grooming e della routine di bellezza degli uomini sia poco documentata a causa di pregiudizi culturali. Il libro si intitola Pretty Boys: Legendary Icons Who Redefined Beauty and How to Glow Up, Too e l’autore è anche il fondatore di un sito web di skincare inclusivo che si chiama Very Good Light. Secondo Yi, intervistato da The Guardian, «per secoli parlare delle preferenze cosmetiche o delle ben note regole estetiche dei re significava affermare che fossero effeminati e quindi meno potenti».
La Storia, in pratica, avrebbe omesso di riprendere una serie di rituali di bellezza dei leader e dei comandanti nell’obiettivo d’imporre un filtro moderno ed eteronormativo al passato, per far affermare la convinzione che l’eterosessualità fosse l’unico orientamento sessuale. Yi chiarisce: «Molti storici temono che gli uomini che abbiamo studiato e venerato verrebbero spogliati della loro dignità o considerati meno potenti se si scoprisse che indossavano make-up e avevano una passione per la cura estetica». Nel suo libro, oltre a parlare dei nuovi pionieri della bellezza maschile, dall’attore Billy Porter al make-up artist Patrick Starrr, David Yi rivela scioccanti segreti della storia della bellezza e del make-up prima che il mito esplodesse con David Bowie e l’estetica di Ziggy Stardust.
Sembra che già ai tempi dell’uomo di Neanderthal, secondo quanto rivelato da un archeologo dell’Università di Bristol, il professor João Zilhão, gli uomini usassero pirite e pietre luccicanti per esaltare i loro lineamenti e utilizzassero una forma rudimentale di fondotinta. Anche i Vichinghi avevano un’ossessione per la bellezza, erano veri e propri beauty boys, tanto da usare spazzole specifiche per capelli e barba fatte di ossa, legno, avorio e corna, e ammorbidivano i peli facciali con shampoo ricchi di oli, grasso di capra e cenere di frassino. Finché non arrivò l’era più buia, quella del periodo vittoriano, con il Criminal Law Amendment Act del 1885 che impose «una sentenza ai lavori forzati e frustate se gli uomini venivano trovati con cosmetici sul corpo». Così, ogni forma di divertimento fu totalmente estirpata alla libertà di espressione. Oggi, le nuove icone di bellezza maschile stanno riaffermando e recuperando proprio questo libero modo di essere che affonda le sue radici nella Storia.