Espiare un lutto ballando Čajkovskij

di Sofia Francioni (luce.lanazione.it, 16 marzo 2022)

In Russia il canale televisivo Rain Tv per accomiatarsi dai suoi telespettatori, annunciando la sospensione delle trasmissioni, sceglie come coda un doloroso Lago dei cigni di Pëtr Čajkovskij. Subito dopo le immagini della redazione che lascia lo studio e il saluto della sua direttrice Natalia Sindeeva, viene infatti trasmesso integralmente il balletto più acclamato di sempre. Ma perché scegliere come velo da stendere sul bavaglio di Vladimir Putin Il lago dei cigni, e non magari gli immortali balletti dello Schiaccianoci o di Onegin? «I russi lo sanno» risponde il quotidiano nazionale russo Novaja Gazeta, «quando vedono Il lago dei cigni in tv significa lutto».

Novaja Gazeta

Nella storia di Swan «c’è quasi un secolo e mezzo di storia del Paese, una trama in cui l’arte e la politica, la vita e la non-vita sono indissolubili. I cigni simboleggiano la malinconia, l’attesa, se non della morte, di qualcosa di allarmante. Per i ricercatori il tema trasversale del balletto è infatti da sempre la morte, in grado di creare un’espiazione collettiva». Nella storia recente della Russia sono stati due i casi in cui Il lago dei cigni è stato eseguito per accompagnare due clamorosi “lutti”. Nel 1982, quando fu scelto per salutare nella sala dei sindacati ghermita il segretario generale del Partito Comunista Leoníd Bréžnev, e quando, nel 1991, fu trasmesso dalla tv sovietica per il tentato golpe contro Mikhail Gorbaciov, presidente dell’Urss. «Le troupe televisive, compresa la musica di Čajkovskij, speravano nei giorni di lutto d’immergere il pubblico di massa in una sessione di catarsi a livello nazionale», scrive Novaja Gazeta. «Ma che catarsi c’è quando la popolazione, sotto l’assolo di violino che si riversa dalla tv, racconta barzellette su tre bare in un piano quinquennale?». Insomma, conclude il giornale nazionale: il fatto che Rain Tv abbia detto addio ai suoi spettatori trasmettendo una registrazione d’archivio in bianco e nero del balletto di Čajkovskij è una scelta, «una coincidenza eloquente».

Dichiarato agente straniero e chiuso dalle autorità, il canale Rain Tv non è però l’unica emittente russa che è stata costretta a dire addio al suo pubblico. Tra i primi casi di censura registrati dall’inizio della guerra in Ucraina, anche quello della storica radio russa Ėcho Moskvy (Eco di Mosca). Lo scorso 1° marzo l’Agenzia statale delle comunicazioni ha annunciato il blocco delle trasmissioni e del sito Internet del canale televisivo con l’accusa di aver diffuso informazioni che invitano la popolazione «ad attività estremiste e violenze» e informazioni false sulle «operazione speciali dell’esercito russo in Ucraina», come la propaganda di Putin vorrebbe chiamare la guerra in corso. E allora Rain Tv sceglie Il lago dei cigni per salutare tutti, «perché questo balletto è come una purificazione, un’astronave dalla realtà traballante di un Paese cosmicamente senza speranza».

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