di Angelo Romano (valigiablu.it, 17 gennaio 2021)
Il presidente uscente Yoweri Museveni è stato dichiarato vincitore delle elezioni in Uganda e si avvia a iniziare il suo sesto mandato consecutivo. Secondo i dati diffusi dalla commissione elettorale ugandese, Museveni ha ottenuto il 5,85 milioni di voti (il 58,64%), oltre 2 milioni di voti in più del suo principale avversario, Bobi Wine, votato da 3,48 milioni di persone (il 34,83%). L’affluenza alle urne è stata del 52%. In un discorso alla nazione sulla tv di Stato, Museveni ha ringraziato i suoi sostenitori e li ha esortati a evitare atti di violenza.
Il portavoce di Bobi Wine, Benjamin Katana, ha contestato l’esito del voto e ha definito l’annuncio della commissione elettorale come un tentativo di contraffazione della volontà del popolo in Uganda. “Il quadro giuridico ci offre una serie di opzioni per contestare questo risultato. Rivolgersi alla Corte Suprema è una delle possibilità che abbiamo”, ha detto Katana ad Al Jazeera. Il partito di Wine ha invitato i suoi sostenitori alla non violenza.
Lo stesso Bobi Wine, mentre era in corso il voto, aveva parlato di una “farsa truccata” e aveva detto di avere una prova video dei brogli che avrebbe divulgato non appena le connessioni Internet sarebbero state ripristinate. Il governo, infatti, ha ordinato la chiusura di Internet alla vigilia delle elezioni che si è protratto anche nei giorni successivi. Il presidente della commissione elettorale, Justice Simon Mugenyi Byabakama, ha replicato alle accuse dicendo che spetta a Wine l’onere della prova. A chi gli chiedeva come è stato possibile diffondere i risultati a livello nazionale durante il blackout di Internet, Byabakama ha risposto di “aver progettato un sistema interno” di raccolta dei voti ma non ha saputo spiegare il suo funzionamento. “L’intero processo è stato poco trasparente”, ha aggiunto Katana. “Fin dall’inizio, la commissione elettorale ci ha assicurato che ogni candidato avrebbe avuto copie dei risultati dai distretti prima che venissero trasmessi al centro nazionale di conteggio, ma e non è stato fatto”.
La vittoria di Museveni è stata annunciata mentre Bobi Wine era sotto stretta sorveglianza nella sua abitazione alla periferia della capitale Kampala. Le forze di sicurezza hanno circondato l’area e vietato ai giornalisti di oltrepassare il loro blocco, secondo quanto dichiarato da alcuni testimoni. In un’intervista telefonica alla Bbc, Wine aveva detto di essere preoccupato per la propria vita e quella di sua moglie. Il portavoce di Wine ha parlato di arresti domiciliari effettivi: “I suoi movimenti sono limitati, non è permesso a nessuno di entrare e uscire da casa, a tutti gli effetti si tratta di una forma di detenzione”, ha detto Katana. Tutto questo – ha aggiunto il portavoce di Bobi Wine – rientra nel piano di manipolazione del voto e dell’intero processo democratico che prevede di “portare via i leader, tenerli lontani, intimidire i cittadini, spegnere Internet, censurare i media”. Il vice-portavoce dell’esercito, Deo Akiiki, ha invece detto che l’obiettivo degli agenti di sicurezza era proteggere Wine da possibili aggressioni. La polizia ha registrato decine di reati legati alle elezioni, tra cui aggressioni, corruzione degli elettori, furto e danneggiamento del materiale elettorale.
Il monitoraggio del voto è stato ulteriormente complicato dal rifiuto dell’accreditamento di osservatori internazionali. A tal proposito Tibor Nagy, il massimo diplomatico statunitense per l’Africa, ha parlato di voto “fondamentalmente viziato”, mentre il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Morgan Ortagus, ha elogiato gli ugandesi per aver votato “nonostante un ambiente di intimidazione e paura” e ha aggiunto che gli Stati Uniti sono stati “profondamente turbati dalle testimonianze credibili sulla violenza delle forze di sicurezza durante il periodo pre-elettorale e circa le irregolarità elettorali durante le elezioni”. Anche l’Unione Europea ha dichiarato che l’Uganda ha respinto l’invio di propri osservatori. Il capo della squadra di osservatori dell’Unione Africana, Samuel Azuu Fonkam, ha detto di non essere in grado di affermare che le elezioni sono state libere ed eque, mentre il gruppo di osservatori della Comunità dell’Africa Orientale ha definito il voto in gran parte pacifico, pur avendo notato “l’uso sproporzionato della forza in alcuni casi” da parte delle forze di sicurezza. Nel suo discorso televisivo alla nazione, Museveni ha affermato che si è trattato delle “elezioni meno truccate” dell’Uganda dall’indipendenza dal Regno Unito nel 1962.