di Andrea Parrella (fanpage.it, 11 gennaio 2018)
Da alcuni giorni, dopo la cerimonia dei Golden Globe 2018, non si fa che parlare di Oprah Winfrey e del suo incisivo discorso sui diritti civili e la parità di trattamento tra uomini e donne. Un discorso che ha risvegliato nell’opinione pubblica americana la percezione netta di un personaggio dotato della determinazione, le capacità e l’influenza giusta per essere una perfetta candidata alla Casa Bianca.Ipotesi fantasiosa di certo, oltre che prematura, ma non da escludere. L’inaspettata elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti, immaginabile solo come una gag di un episodio dei Simpson negli anni Novanta, nel diventare realtà ha sfatato un tabù e avvalorato una mezza citazione mutuata da un noto cartone Disney: non tutti possono diventare Presidente degli Stati Uniti, ma un Presidente degli Stati Uniti può celarsi in chiunque. Fatta questa premessa, per chi non conoscesse Oprah Winfrey, si tratta di uno dei personaggi televisivi più noti d’America, oltre che di una delle donne più potenti al mondo. La Winfrey ha costruito la sua fama inventando il people show per eccellenza, il The Oprah Winfrey Show (successivamente semplificato in Oprah), andato in onda per venticinque anni. Il programma ha radicalmente segnato il modo di fare televisione, spostando l’attenzione del pubblico sui temi sociali, la difesa delle minoranze, della comunità nera e Lgbt, e mettendo al centro dell’attenzione storie toccanti, vicende personali, i racconti e le emozioni degli ospiti. Si è avvicinata al pubblico, alle persone comuni, abbattendo la barriera divisoria tra chi fa televisione e chi la guarda. E se c’è una conduttrice italiana che ha fatto di intrecci familiari, liti, rappacificazioni ed emozioni la materia prima dei suoi programmi televisivi di maggior successo, quella è certamente Maria De Filippi. Le analogie tra i due personaggi non sono poche, la popolarità della De Filippi è immensa, i suoi programmi hanno riscritto la grammatica televisiva italiana, si sono imposti all’estero come format e il modo in cui il suo pubblico più affezionato la segue è vicino alla devozione. Oppure, per non scomodare la metafisica, al consenso politico. Questa è la ragione per la quale, parallelamente al riemergere dell’ipotesi di Oprah candidata alla presidenza americana, negli ultimi giorni è tornata in auge la domanda retorica, da bar, sul possibile consenso elettorale di cui godrebbe Maria De Filippi se chiedesse un voto agli italiani (se lo sono chiesto anche in alcuni talk televisivi). Dalla sua c’è un curriculum di tutto rispetto, con una laurea con lode in Giurisprudenza, una specializzazione in Scienza delle Finanze e un tentativo di carriera in Magistratura. Decade dunque il primo ostacolo possibile, ovvero la critica di non possedere il pedigree adatto ad un ruolo politico. La conduttrice di Amici e C’è posta per te è continuamente a contatto con “la pancia del Paese” ed ha dimostrato, forse inconsapevolmente, di saper maneggiare e controllare con impressionante disinvoltura temi che rientrano nella retorica della propaganda, su tutti quello dell’importanza del tema dei soldi. Il danaro è un argomento molto delicato, un terreno scivoloso che è spesso oggetto di strumentalizzazione, specie se connesso alla televisione. Maria De Filippi lo sa e mette in pratica questa qualità costantemente: magistrale, in questo senso, la scelta di non percepire alcun compenso per la conduzione del Festival di Sanremo al fianco di Carlo Conti. Non solo per la scelta in sé, ma per il momento in cui decise di comunicarlo e per il fatto di non essere stata lei ad annunciarlo, lasciando il compito al padrone di casa. Risultato? Sfilarsi dalla classica polemica per i compensi ai presentatori del Festival, uscendone come chi avrebbe voluto tenerlo nascosto. Una strategia da politica nata. E cos’è, in fondo, aiutare persone in difficoltà, avverare sogni, ricongiungere famiglie, dare aiuti economici, regalare la possibilità di esaudire i propri sogni artistici, se non fare politica? Tutti i più noti programmi televisivi della conduttrice Mediaset sono fondati sull’idea di ripagare gli sforzi delle persone, dare loro una speranza, una via per la redenzione, restituirgli una dignità. Basterebbe una rapida consultazione tra le strade delle principali città italiane per capire che sarebbero quasi esclusivamente queste le richieste del popolo: sostegno ai più giovani per trovare un lavoro, vantaggi economici per le famiglie, aiuti alle fasce più anziane. Insomma, una croce su una scheda elettorale non si traccia con la stessa tranquillità con cui si cambia canale ma se domani la De Filippi decidesse di candidarsi la sua elezione sarebbe cosa pressoché certa. Tuttavia, perché mai dovrebbe farlo? Se dal 4 marzo prossimo avesse un posto a sedere in una delle due Camere, aiuterebbe meno famiglie e creerebbe meno posti di lavoro di quanto riesca a fare con i regali di Raoul Bova, Icardi e attori hollywoodiani vari a C’è posta per te o con i contratti proposti agli allievi di Amici. Ed è esattamente questa la ragione per cui è giusto che ognuno faccia il proprio mestiere.