di Daria Galateria («Il Venerdì di Repubblica», 17 marzo 2017)
Emmanuel Grimaud è un antropologo “cinetico”: studia gli automi delle divinità indù. In occasione di feste religiose, si costruiscono in India piattaforme teatrali su cui vanno in scena spettacoli animati del pantheon induista.Al suono di una musica incantatoria si può vedere la dea Kali agitare la testa tagliata di un demonio oppure tirar fuori la lingua roteando gli occhi. Per la festa annuale di Ganesh, il dio con la proboscide e le orecchie da elefante, il teatro, attivato da associazioni di quartiere, ha una forte connotazione politica; può evocare la lotta contro la corruzione o il tabacco, o dibattere la costruzione di una stazione: si ritiene che questi spettacoli di automi facciano il gioco della destra. Grimaud – curatore della mostra Persona al Museo delle arti primarie al Quai Branly di Parigi – è uno specialista di robot umanoidi, e ha realizzato film etnografici su Bollywood. Ha costruito un Ganesh interattivo, con cui volontari possono interpretare la parte del dio, e rispondere alle domande del pubblico. Ganesh yourself (fatti Dio) lancia l’operazione del dio robot – in cui nessuno è ingannato, ma tutti improvvisano una conversazione teologica o un consulto con la divinità. Con una webcam e un retrovisore dentro alla grande figura mobile in sari del dio a testa di elefante, Grimaud prova a sperimentare l’insorgere di fenomeni e credenze religiose in un sistema panteista – ma molti attivisti politici (anche progressisti: ecologisti e femministe) si sono fatti avanti.
«Presento la mia candidatura perché Dio lo vuole»: è il discorso elettorale di Jules Traisnel alle legislative del 1936. «Contro la politicaglia, una sola speranza: Cristo re» (Jean de Bronac de Vazelhes, legislative del 1952). Lo storico (e letterato “patafìsico”) Bruno Foligni raccoglie in un saggio la Storia esilarante delle promesse elettorali in Francia, dal 1848 a oggi. Promesse snob: «Organizzazione della caccia a cavallo nei giardini del Luxembourg» (Paul Duconneau, legislative 1921). Promesse femministe: «Uguaglianza totale. Eliminazione del femminile dalla lingua e dalla grammatica francese. Soppressione della parola sessista uomo. E ora sbrigatevela voi» (Coluche, comico e candidato alle presidenziali del 1981). Promesse teologiche: «Eliminare Lucifero» (Rue-Destrem, Costituente 1848). Gauchistes: «Soppressione dei tribunali militari. Costituzione di milizie operaie» (Alain Krivine, presidenziali 1974). Radicali: «Eliminazione degli eserciti permanenti» (Léon Gambetta, 1869). Ironiche: «Una pensione per la vedova del milite ignoto» (Ferdinand Lop, rappresentante degli studenti, 1932). Economiche: «Sopprimere la disoccupazione» (Roland Leroy, 1978); «Un mondo senza la City o Wall Street» (Jacques Cheminade, 2012). Promesse d’ordine: «Manifestazioni proibite per 27 mesi. Chi porta un passamontagna sarà abbattuto» (Generale François Bervas, presidenziali 2017).